mercoledì 31 ottobre 2007

Musica Maestro! R.E.M.

Il blog si è preso una pausa per motivi di pigrizia. Torno con una bella canzone e con l'augurio di trascorrere un ponte sereno.

R
.E.M. - Everybody hurts
Tratto da un concerto del 2003, live da Wiesbaden, Germania, uno dei brani più noti degli americani R.E.M., con una grande esibizione di Michael Stipe.

martedì 23 ottobre 2007

Musica Maestro! QUEEN

"Informazione non è conoscenza, conoscenza non è saggezza, saggezza non è verità, verità non è bellezza, bellezza non è amore, amore non è musica. La musica è il meglio" (Frank Zappa).
E allora, a partire da oggi, ogni settimana un brano eseguito dal vivo.

Queen - We are the champions
Cominciamo con una delle canzoni più conosciute al mondo. Ogni volta che si verifica un successo in ambito sportivo, le sue note scatenano i tifosi. Lo stesso Freddie Mercury ne scrisse il testo pensando a qualcosa che unisse i fan di una squadra. Il video è estratto dal celeberrimo concerto di Wembley '86, dove è stata eseguita come ultima canzone. Fantastica!

sabato 20 ottobre 2007

Ma cos'è questa boiata?

Per tutti coloro che se lo fossero perso, copio-incollo il post apparso ieri sul blog di Beppe Grillo. E' molto interessante, soprattutto per coloro che possiedono un blog.

"La legge Levi-Prodi e la fine della Rete
Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice direttore responsabile e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.

Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it
".

Ora, che il blog di Grillo in un modo o nell'altro sopravviverà è abbastanza certo. Ma che fine farà il mio blog? E che fine faranno i vostri blog?

venerdì 19 ottobre 2007

Gli effetti collaterali del Nobel

Dopo il giudice tedesco che alleggerisce la pena ad uno stupratore sardo perchè in Sardegna le donne le trattano sempre come bestie (vedi un paio di post più giù), ecco un'altra notizia a sfondo razzista. "I neri sono meno intelligenti dei bianchi". La sparata non porta la firma di un personaggio pubblico qualunque. Purtroppo la frase è da attribuire a James Watson, americano Premio Nobel per le sue scoperte sulla struttura del Dna. Ovviamente le critiche non sono mancate, anche da parte dei colleghi dello scienziato. La Nobel di casa nostra, Rita Levi Montalcini, si è detta indignata poichè, usando termini scientifici, intelligenza e genetica non c'entrano una mazza. La teoria di Watson non è sostenuta da nessuna dimostrazione scientifica ed è smentita, se ce ne fosse bisogno, da un esempio in carne ed ossa: Aubrey Morrison, professore della Washington University di Saint Louis, considerato uno degli uomini più intelligenti del globo. Il simpatico James ha ricevuto il Nobel 45 anni fa. Evidentemente dopo la premiazione deve aver ecceduto nei festeggiamenti, e gli effetti si sonoi fatti sentire nel corso degli anni. Il padre, ormai nonno, del Dna non è infatti nuovo a "perle di saggezza" di questo tipo. In passato dichiarò che una collega, i cui appunti risultarono fondamentali per le sue scoperte che gli valsero il Nobel, non ottenne il medesimo riconoscimento poichè era brutta. "L'aspetto fisico conta": la scientifica spiegazione di mr. Watson. Ma il Watson-pensiero che merita il gradino più alto del podio è stato concepito dieci anni fa. Lo scienziato affermò che se fosse possibile individuare i geni dell'omosessualità prima della nascita, "molte donne dovrebbero avere il diritto di abortire". In quella occasione la scientificissima spiegazione fu che le madri vogliono diventare nonne. Purtroppo non esiste ancora un test genetico del genere e non è possibile ammazzarli finchè sono nell'utero sti maledetti frociazzi. Neri, donne e omosessuali dunque le vittime dell'americano. Oggi Watson ha 79 anni, e se si dimostrerà longevo come la compagna di Nobel Montalcini, avrà davanti a sè ancora molti anni per sparare a zero su musulmani o cinesi eccetera eccetera. Cos'hanno che non va musulmani o cinesi? Io non lo so, non sono mica un Premio Nobel. Ce lo dirà lui, per lui la risposta sarà facile. Anzi, elementare, Watson.

mercoledì 17 ottobre 2007

Orgoglio di papà

Vi sarà capitato di vedere quei genitori che iscrivono i propri figli in qualche squadra con la morbosa speranza che un giorno diventino "qualcuno". Sono quelli che si presentano alla stadio belli eleganti e che passano tutta la partita ad insultare mamma, nonna e sorella dell'arbitro davanti alle orecchie di giocatori formato mini. Sono quelli che, se il proprio frugoletto non è autore di una prestazione da applausi, si precipitano fuori dallo spogliatoio pronti al cazziatone post-doccia che proseguirà durante il ritorno a casa. Sono quelli che fanculo lo stare insieme, il divertimento e compagnia bella, e viva un possibile contratto con qualche bello zeretto. Sono quelli che, quando ci capita di scovarli, ci fanno scuotere sconsolati la testa. Ma c'è chi non si accontenta, chi decide di fare le cose in grande, chi ci farebbe scuotere non solo il capo, ma ogni parte del corpo. C'è ed è in Cina. A nord di Shanghai, precisamente. L'esaltato di turno è il padre del piccolo Yank Kaiwang, otto anni, che per il figlio non ha pensato all'erba dei campi da calcio o al parquet di quelli di basket, bensì all'asfalto delle piste da corsa. Un sogno molto ambizioso quello di poter vedere un giorno il proprio ragazzo sfrecciare sui circuiti di Formula 1. Un sogno che nasce dalla grande passione che il papà ha sempre avuto per i motori. Nulla di male, ci mancherebbe, ad indirizzare il proprio figlio verso una strada che potrebbe rivelarsi quella giusta anche per il diretto interessato. Il problema sorge quando si eccede un po' troppo. Eccedere significa infilare il proprio figlio in una mini auto prima ancora che questo abbia mosso il primo passo. Eccedere significa consentire al proprio figlio di girare per il quartiere a bordo della sua automobilina dall'età di quattro anni. Possibile che la polizia non lo abbia beccato? Certo che lo ha fatto, ma Yank, a detta dei genitori, è l'idolo locale, quindi i poliziotti chiudono un occhio senza problemi. Per consentire al figlio di correre sui go-kart, il signor Kaiwang ha speso sino ad oggi ben 50 mila euro, ed è disposto ad invesirne 500 mila. La mancanza di limiti ai suoi desideri è quindi data anche dal proprio portafoglio, se si considera che soltanto il casco e la tuta del giovane pilota hanno un prezzo pari allo stipendio annuo di un lavoratore cinese medio. D'altronde se uno i soldi li ha, che male c'è a sborsarli? Nessuno, se sono spesi per la felicità del bambino. Il problema è che la passione per i bolidi l'ha sempre avuta il babbo, non il bimbo, ad insistere ad andare a correre in pista è il padre, non il bimbo. Forse Yank vorrebbe divertirsi come fanno i suoi coetanei meni abbienti. Forse vorrebbe vivere come fanno gli altri bambini della sua età, cioè a casa propria con mamma e papà. Ed invece il ragazzino durante la settimana è scaricato in un'altra casa dove viene accudito da una coppia affittata dai genitori, troppo indaffarati dal lavoro per curare il loro pilotino con gli occhi a mandorla.
Quando vi capiterà di incontrare qualche genitore esaltato seguire in stile ultras la partita del figlio, raccontate loro la storia che avete appena letto. Forse, imbrazzati poichè non possono reggere il confronto, chiuderanno la bocca, per la gioia dei presenti. Gli altri spettatori vi ringrazieranno. E loro figlio pure.

venerdì 12 ottobre 2007

Razzismo in tribunale

Maurizio Pusceddu, cameriere sardo residente in Germania, convinto che la propria compagna lo tradisse, ha violentato la ragazza per tre settimane. Botte, manette, sigarette accese sulle parti intime, aceto sulle ferite, rasatura dei capelli, sesso a tre ed altri gravi maltrattamenti. Aspettate a giudicare questo ragazzo 29enne uno schifoso pazzo criminale. Il giovane ha infatti un'attenuante. No, non si tratta della "classica" infermità mentale. L'attenuante consiste nel fatto che Pusceddu è sardo. Come che cosa c'entra? C'entra eccome! Almeno secondo il barone von Hammerstein, che oltre un anno fa firmò la sentenza relativa a questo accaduto. Tale sentenza, tradotta in italiano solo da pochi giorni, recita: "è un sardo. Il quadro del ruolo dell'uomo e della donna, esistente nella sua patria, non può certo valere come scusa, ma deve essere tenuto in considerazione come attenuante". Quindi il tribunale tedesco gli ha ridotto la pena poichè, oltre ad altre attenuanti non poco discutibili ("come cittadino italiano che deve vivere separato dalla sua famiglia e dalla sua cerchia di amici in patria, è particolarmente sensibile alla reclusione; i reati sono stati un efflusso di un esagerato pensiero di gelosia dell'imputato"), il giovane è cagliaritano. Una sentenza pazzesca che, sebbene sia valsa uno sconto di pena al proprio assistito, ha fatto ovviamente (e paradossalmente) gridare allo scandalo anche l'avvocato di Pusceddu. Chissà il giudice tedesco, ora in pensione, che ha parlato di "particolari impronte culturali ed etniche dell'imputato", che visione avrà mai della Sardegna. Evidentemente quella di una terra dove donne e pecore sono messe sullo stesso piano, e dove gli uomini sono legittimati a trattare come spazzatura le compagne. Come mai abbia dei pregiudizi sull'isola italiana è un mistero. Va detto che la ragazza stuprata è lituana; forse il giudice riteneva, anche se non è scritto nella sentenza, che le donne lituane siano più propense ad essere brutalizzate rispetto alle sue connazionali. La verità è che non bisogna indignarsi innanzi alle idee di von Hammerstein. Infatti il giudice è tedesco, e tutti sanno quello che i tedeschi hanno combinato negli anni Quaranta del secolo scorso spinti da motivi razziali. Nel valutare il razzismo del giudice, quindi, non dobbiamo dimenticare le sue "particolari impronte culturali ed etniche".

giovedì 11 ottobre 2007

Per non dimenticare

La puntata di Annozero della scorsa settimana, quella dedicata al caso-De Magistris, ha fatto discutere a lungo: dalle critiche di Prodi, alla risposta di Santoro, alla decisione del Cda della Rai. Il Consiglio non ha sanzionato la trasmissione, ma ha richiesto che venisse rivisto lo spazio di Marco Travaglio. Santoro si è detto disponibilissimo ad ospitare ogni tipo di replica, chiarendo però che "Marco non si tocca". Il diretto interessato ha commentato sulle pagine del Corriere la critica espressa sulla trasmissione da Prodi, definendo il giudizio del Professore "un diktat di sapore bulgaro". Travaglio fa riferimento al celebre "editto di Sofia", vale a dire la dichiarazione di Berlusconi rilasciata durante una visita ufficiale in Bulgaria nel 2002. Il commento di Prodi non può essere messo sullo stesso piano di quello dell'ex premier, che in un solo colpo fece allontanare dalla Rai Biagi, Santoro e "come si chiama quell'altro?" Luttazzi. Il calcio in culo rifilato a Daniele Luttazzi è legato proprio a Travaglio: a Berlusconi non andò giù una puntata di Satyricon che aveva come ospite il giornalista dell'Unità. Nei video (della durata complessiva di circa 25 minuti), trovate l'intervista incriminata. Vale la pena di rivederla, per ricordare a oltre cinque anni di distanza una delle più clamorose censure della storia recente della televisone italiana.

venerdì 5 ottobre 2007

I soliti sospettosi

Che gente gli italiani! Sempre pronti a pensar male, sempre pronti a ripetere "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio", sempre convinti che "ci sia per forza qualcosa dietro". Il festival delle frasi fatte lo vince "a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina", aforisma targato Giulio Belzebù Andreotti. E un popolo così malfidente, come poteva reagire innanzi al caso De Magistris se non con universitari incazzati, con petizioni su petizioni online, con quel comunista di Santoro che fa innervosire la casta? Il fatto è che il pm di Catanzaro Luigi De Magistris stava indagando su di un gruppo di potere che gestirebbe soldi pubblici, e che tra gli indagati ci sono anche pezzi grossi quali Prodi e Mastella. E il fatto è che proprio il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha richiesto con urgenza il trasferimento d'ufficio del magistrato. Ora, come fa l'italica gente a non diffidare e a non insospettirsi che dietro all'iniziativa di Mastella ci sia la volontà di ostacoloare la giustizia? Il ministro ha definito la sua richiesta "un atto dovuto stando a quanto gli è stato riferito dagli ispettori". Ha parlato grave inadempienza procedurale, di violazione del segreto di stampa, di tardiva iscrizione di due sospetti al registro degli indagati, di aver diffuso sospetti immotivati sui colleghi della procura e sui suoi superiori. Nonostante tutto, buona parte del Bel Paese "sta" con De Magistris. Il pm ha ricevuto numerose dimostrazioni di solidarietà, tra piazze e internet. Forse perchè la lontana idea, la remota ipotesi, il minimo dubbio che il mondo politico gestisca a suo piacimento i magistrati e rifili calci nel culo a chi rischia di far saltar fuori le loro magagne, ci dà il voltastomaco. Forse perchè sentire un magistrato che dichiara di aver ricevuto pressioni ed intimidazioni dagli ambienti isituzionali, non ci fa stare troppo tranquilli. Forse perchè aver visto ieri la gente di Potenza e Catanzaro schierata con estrema convinzione dalla parte di De Magistris, non può non condizionarci. Perchè è lì che quando si parla di mafia non si pensa solo alle morti di Borsellino e a Falcone, ma anche di quelle dell'amico, del papà, del marito. Senza forse. E allora sarà perchè solo il sospetto che Mastella stia agendo per salvarsi il culo ci fa troppo innervosire, che è inevitabile "simpatizzare" per il pm di Catanzaro.E "simpatizzare" significa augurarsi che De Magistris resti al suo posto e porti a termine il proprio lavoro, il proprio dovere. Sarà perchè la paura di avere una classe politica libera di commettere reati sui quali non si potrà fare chiarezza non ci va bene, che i ragazzi vanno in piazza al grido di "trasferiteci tutti". Sarà per tutti questi motivi che in molto hanni firmato una petizione per De Magistris. La petizione è questa qui. Manco a dirlo è promossa da Beppe Grillo. Sarà per questo che quando il comico decide di dispendiare un po' di vaffanculo ai nostri parlamentari, sono in pochi a difendere i politici, ed in molti ad alzare il medio.

giovedì 4 ottobre 2007

Notte prima degli esami (di settembre)

Andiamo avanti facendo un passo indietro. Potrebbe essere questo lo slogan della scuola italiana dopo il ritorno al passato voluto da Giuseppe Fioroni. Il ministro della Pubblica istruzione ha firmato un decreto che, in pratica, riporta in vigore gli esami di riparazione. Gli studenti (non bocciati) che a giugno avranno una o più insufficienze in pagella non saranno più ammessi all'anno successivo con i cosiddetti "debiti formativi", come accaduto negli ultimi 12 anni. Questi studenti dovranno invece dimostrare di aver recuperato le proprie lacune a settembre, quando si terranno gli esami. In Italia il 41% dei ragazzi presentano in pagella almeno una insufficienza. Di questi, solo uno su quattro salda i debiti l'anno successivo, gli altri proseguono il proprio iter scolastico senza aver recuperato. E' soprattutto questo dato ad aver allarmato Fioroni, che ha deciso quindi di reintrodurre l'esame di settembre. Con questo metodo vi è però la possibilità che uno studente che presenti una media invidiabile, ma che nonostante ciò abbia una materia insufficiente, fallendo l'esame di riparazione venga bocciato. Non è così raro trovare ragazzi che nelle materie umanistiche alternino solo 8 e 9, ma che proprio non riescano ad evitare il 5 in matematica. Fino allo scorso avrebbero ricevuto una pagella invidiabile, caratterizzata da una media lodevole, macchiata da un'unica, sgradevole, nota stonata. Da quest'anno invece anche questi "secchini incompleti" rischiano grosso, al pari dei compagni più sfaticati. L'intento del ministro di ottenere una scuola più seria e rigorosa è lodevole. Ma la possibilità di lasciare sul campo studenti che non meritano la bocciatura appare notevole. Stando alle cifre, il sistema dei debiti formativi non funziona. Ma anzichè questa rivoluzione fioroniana, forse sarebbe stato opportuno modificare il metodo da anni in uso. Ad esempio, gli studenti che durante l'anno non avranno saldato, dopo almeno tre tentativi (come avveniva sino a ieri), il proprio debito formativo ottenuto l'anno precedente, anzichè accedere senza problemi alla classe successiva, saranno bocciati. Non sarà certo questo il sistema migliore, ma sicuramente consente agli studenti di non giocarsi tutto in un'unica occasione, mettendoli anche meno sotto pressione. Studenti che, manco a dirlo, sono contrari a questo cambiamento. In particolare l'Unione degli studenti si dichiara giustamente esterrefatta di "aver trovato questa notizia sul sito del ministero senza essere stati prima consultati". Lamentela decisamente condivisibile, anche perchè il decreto sarà valido già a partire dall'anno scolastico in corso. Forse, al di là di queste critiche dei diretti interessati, il metodo severo di Fioroni riuscirà a migliorare la nostra scuola, di recente bocciata dalla Ue. Anche se l'idea di migliaia di ragazzi che passeranno l'estate sui libri carichi di preoccupazione in attesa dell'esame in stile "o la va, o la spacca", mette un po' di tristezza ad un ragazzo che al liceo non è mai stato un asino, ma nemmeno un secchionissimo. Come invece era Fioroni.

sabato 29 settembre 2007

George cuore di pietra Bush

In America esistono bambini poveri e bambini poverissimi. Quelli poverissimi beneficiano di un programma pubblico nazionale che aiuta le loro famiglie. Quelli poveri potrebbero godere di un piano analogo. Potrebbero, ma oggi non possono, domani potrebbero, ma forse non potranno. Sebbene infatti il Senato abbia approvato l'assistenza medica per questi bimbi, c'è chi si oppone al provvedimento. Questo "chi" ha un nome, una lettera puntata ed un cognome: George W. Bush. Per annullare il veto annunciato dal presidente, è necessario il parere della Camera dei Rappresentanti, dove però pare mancherebbero 25 voti. Con il suo "no", Bush impedisce ad oltre 4 milioni di american children di avere cure gratis. Georgedabbliu si giustifica affermando che tale iniziativa porterebbe milioni di famiglie che sino ad oggi si sono garantite una polizza privata, a gravare sulla sanità pubblica. Ma uno studio dell'Urban Institute lo smentisce, sostenendo che l'80% delle famiglie che riceverebbero questo fondamentale aiuto economico, non è assolutamente in grado di permettersi l'assistenza privata. Per questo, le sollecitazione volte ad aprire il cuore ed il portafoglio di Bush arrivano da tutte le parti: democratici, senatori repubblicani, opinione pubblica ed industria farmaceutica. Ma il mondo intero ha gli occhi puntati sul presidente degli U.S.A. anche per un'altra ragione. Ieri infatti si è tenuto a New York un incontro per discutere della moratoria della pena di morte. Gli Stati Uniti sono uno dei paesi che guidano il fronte del no, nonchè uno dei 6 stati nei quali si sono concentrate le esecuzioni nel 2006. La speranza di Massimo D'Alema, uno dei promotori dell'assemblea di ieri, è che gli U.S.A. compiano lo storico passo di rendere disoccupati i loro boia. E' una speranza che accumuna milioni e milioni di person. Il tempo ci dirà se gli ultimi mesi di mandato ci mostreranno un Bush più umano. Il titolare della farnesina ha dichiarato che per l'abolizione della pena capitale si apre una battaglia che non si preannuncia facile. Nel frattempo, c'è da augurarsi che Bush rinunci ad oppore il veto sulle cure ai bimbi poveri. Se non sarà così, oltre 4 milioni di bambini non potranno avere l'assistenza medica.
"We are the world, we are the children".

venerdì 28 settembre 2007

Help the people of Burma (Birmania) - Post this meme on your blog

Note: this is a new kind of online protest that uses blogs to spread a petition globally. To participate, just add your blog by following the instructions in this blog post.
This not an issue of partisan politics, this is an issue of basic human rights and democracy. Please help to prevent a human tragedy in Burma by adding your blog and asking others to do the same. By passing this meme on through the blogosphere hopefully we can generate more awareness and avert a serious tragedy. As concerned world-citizens this something we bloggers can do to help.

How to participate
1. Copy this entire post to your blog, including this special number: 1081081081234
2. After a few days, you can search Google for the number 1081081081234 to find all blogs that are participating in this protest and petition.
Note: Google indexes blogs at different rates, so it could take longer for your blog to show up in the results.

The situation in Burma and why it matters to all of us
There is no press freedom in Burma and the government has started turning off the Internet and other means of communication, so it is difficult to get news out. Individuals on the ground have been sending their day-by-day reports to the BBC, and they are heartbreaking. I encourage you to read these accounts to see for yourself what is really going on in Burma. Please include this link in your own blog post.

The situation in Burma is increasingly dangerous. Hundreds of thousands of unarmed peaceful protesters, including monks and nuns, are risking their lives to march for democracy against an unpopular but well-armed military dictatorship that will stop at nothing to continue its repressive rule. While the generals in power and their families are literally dripping in gold and diamonds, the people of Burma are impoverished, deprived of basic human rights, cut off from the rest of the world, and increasingly under threat of violence.

This week the people of Burma have risen up collectively in the largest public demonstrations against the ruling Junta in decades. It’s an amazing show of bravery, decency, and democracy in action. But although these protests are peaceful, the military rulers are starting to crack down with violence. Already there have been at least several reported deaths, and hundreds of critical injuries from soldiers beating unarmed civilians to the point of death.

The actual fatalities and injuries are probably far worse, but the only news we have is coming from individuals who are sneaking reports past the authorities. Unfortunately it looks like a large-scale blood-bath may ensue — and the victims will be mostly women, children, the elderly and unarmed monks and nuns.

Contrary to what the Burmese, Chinese and Russian governments have stated, this is not merely a local internal political issue, it is an issue of global importance and it affects the global community. As concerned citizens, we cannot allow any government anywhere in the world to use its military to attack and kill peacefully demonstrating, unarmed citizens.

In this modern day and age violence against unarmed civilians is unacceptable and if it is allowed to happen, without serious consequences for the perpetrators, it creates a precedent for it to happen again somewhere else. If we want a more peaceful world, it is up to each of us to make a personal stand on these fundamental issues whenever they arise.

Please join me in calling on the Burmese government to negotiate peacefully with its citizens, and on China to intervene to prevent further violence. And please help to raise awareness of the developing situation in Burma so that hopefully we can avert a large-scale human disaster there.

Thank you.

(Testo tradotto in italiano nei commenti)

giovedì 27 settembre 2007

Big Man Menu

Pensi all'America e cosa ti viene in mente? L'American Dream, la Grande mela, le stelle di Holliwood, la Statua della Libertà ed il ponte di Brooklyn, la borsa di Wall Street, la fusione di culture diverse, i musical di Broadway, i grandi campioni dello sport... Ma oltre a questi ed altri elementi che ci fanno sognare ad occhi aperti, c'è un'altra caratteristica che riguarda il Nuovo continente, o meglio, la sua popolazione. Provate a chiedere ad un vostro amico che ha trascorso le vacanze a New York, quali differenze vi siano tra i nostri connazionali che passeggiano per Milano o Roma, e gli americani che occupano i marciapiedi della Grande mela. La differenza più eclatante non può che essere il numero di taglia, con gli americani che "godono" di qualche X in più. Sono proprio loro il popolo più obeso del pianeta: il 31% degli americani soffre di questa malattia, e ben il 65% è sovrappeso. Il problema va ben oltre all'ambito estetico: l'obesità porta con sè disfunzioni cardiocircolatorie e problemi alle articolazioni; il numero dei diabetici è in aumento, i bambini che soffrono di pressione alta sono 2 milioni. L'obesità interessa in maniera particolarmente preoccupante i ragazzi più giovani, tanto che in America sta maturando il timore di allevare una generazione che vivrà meno a lungo delle precedenti. Ogni anno vi sono circa 300 mila morti premature dovute all'obesità. La malattia costringe poi l'America a sborsare 117 miliardi di dollari in cure, cifra inferiore rispetto a quanto non investa nella causa principale dell'obesità: il fast food. Con i loro prezzi convenienti ed i loro menu invitanti con sorpresa annessa, McDonald's, Burger King e compagnia bella attirano migliaia e migliaia di ragazzi e bambini che rischiano di rovinarsi la vita alla soglia dei vent'anni. Per questo motivo, l'America ha finalmente deciso di intervenire: numerose città hanno vietato l'apertura di nuovi fast food e a Los Angeles south i pasti proposti dai ristotanti veloci devono necessariamente essere a basso contenuto calorico ed accompagnati da frutta e verdura. L'indice puntato contro, ha portato le diverse catene a ridurre le porzioni, ad introdurre nei menu insalate, ortaggi, macedonie e succhi, ed a limitare le dosi di sali, zuccheri e salse. In 7000 scuole elementari viene insegnato ai giovani studenti come mangiare sano, ed anche numerose università hanno adottato un programma attento alla salute dei ragazzi, invitandoli ad un minore rimbambimento davanti al televisore, in favore di più esercizio fisico. David Ludwig, primario della clinica pediatrica di Boston, guarda con ammirazione l'alimentazione di casa nostra. Lo slow food all'italiana, caratterizzato da cibi sani preparati da mamma e papà, non è paragonabile all'ammasso di hamburger e patatine che i guys americani ingurgitano con troppa frequenza. Non a caso i livelli di obesità dell'Italia, non sono paragonabili a quelli d'oltreoceano. E' opportuno che il grande continente faccia propri gli usi e costumi culinari del piccolo Stivale. Ed è opportuno che lo faccia alla svelta.

martedì 25 settembre 2007

Anoressia shock

Un'immagine può essere più significativa di mille parole. L'effetto suscitato da una fotografia può essere più devastante di quello provocato da centinaia di nozioni. E nella settimana della moda, niente può porre l'attenzione sul problema dell'anoressia con maggior forza rispetto alla foto che vedete qui sopra. Una giovane ragazza che mostra sul proprio corpo nudo la violenza di questa malattia. Un'immagine che colpisce, rattrista, sconvolge. L'autore dello scatto è il fotografo Oliviero Toscani. Per denunciare quello che ha definito un "tema tabù per la moda", Toscani ha scelto di ricorrere al metodo più diretto ed allo stesso tempo più drammatico: mostrare quello che l'anoressia provoca realmente a coloro che ne sono affetti. Il soggetto della foto è Isabelle Caro, ragazza francese che soffre di anoressia da quando aveva 13 anni. Oggi Isabelle ha 27 anni, è alta 165 cm e pesa soltanto 31 chili. Ha accettato di farsi fotografare nella speranza che molti giovani si rendano davvero conto dei pericoli di questa malattia, rimanendo colpiti dal suo corpo. Corpo che la ragazza ha definito "ripugnante". Come sempre, quando spuntano campagne così "forti", i pareri a riguardo sono discordanti. C'è chi apprezza il lavoro di Toscani, come gli stilisti Dolce e Gabbana e Giorgio Armani, e il ministro della Salute Livia Turco, e chi invece giudica inopportune le modalità di realizzazione, come l'Alba (Associazione per lo studio e la ricerca sull'anoressia, la bulimia e l'obesità) o l'Associazione italiana disturbi dell'alimentazione e del peso. Senza dubbio la scelta del fotografo non può lasciare indifferenti. L'anoressia è un cancro tremendo della nostra società, e non solo del mondo della moda, che interessa, insieme alla bulimia, oltre 2 milioni di persone. Conoscere questo dato può non attirare l'attenzione di un lettore poco attento, ma è certo che chiunque si troverà davanti agli occhi la fotografia di Toscani, ne rimarrà shoccato. Perchè le parole, le nozioni, i dati possono non colpire. Ma chi può alzare le spalle davanti allo sguardo di questa ragazza?

A volte ritornano...

l'angolo dell'intruso - Seconda fase
BENVENUTI

giovedì 5 luglio 2007

Un dettaglio trascurabile

Un matrimonio che finisce male come tanti altri. "Lui" che confessa di avere una relazione con un'altra donna, e tanti saluti a moglie e figli. Quando il "lui" in questione è un personaggio noto, lo scandalo è inevitabile. E scandalo è stato a Los Angeles dove il sindaco, Antonio Villaraigosa, si è separato dalla moglie dopo un'unione durata vent'anni. E' stato lo stesso Villaraigosa a comunicare la notizia ai giornalisti. Ed ovviamente ne hanno parlato tutti i telegiornali del posto. Tra i mezzobusto incaricati di dare la notizia, anche Mirthala Salinas, anchorwoman di Telemundo Channel 52, una rete in lingua spagnola. La giornalista ha annunciato in apertura che le voci riguardanti la separazione del sindaco sono state confermate. Ed ha proseguito con il telegiornale. Salinas però ha peccato di mancanza di completezza di informazione. Infatti la giornalista ha tralasciato un "dettaglio trascurabile", ossia che la causa del divorzio del sindaco è una relazione con un'altra donna: lei.