lunedì 3 dicembre 2007

Se volete fare un salto...

Ho fatto qualche domandina al caposervizio della pagina culturale del Corriere della Sera Pierluigi Panza sul mondo del giornalismo di oggi e di domani.
La trovate sul sito del periodico
Orizzonte Universitario:

mercoledì 7 novembre 2007

Colui che sa tacere, sa anche parlare a tempo (Niccolò Tommaseo)

"Certamente l'esistenza umana sarebbe molto più felice se negli uomini la capacità di tacere fosse pari a quella di parlare. Ma l'esperienza insegna fin troppo bene che gli uomini non governano nulla con maggiore difficoltà che la lingua". (Baruch Benedetto Spinoza)

"Al di là delle vicende che ci hanno qualche volta diviso, rendo omaggio a uno dei protagonisti del giornalismo italiano cui sono stato per lungo tempo legato da un rapporto di cordialità che nasceva dalla stima"
(Silvio Berlusconi, 6 novembre 2007).
Come si fa, signor Berlusconi, a stimare uno di quelli che ha fatto "della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, un uso criminoso" (Silvio Berlusconi, 18 aprile 2002)?



martedì 6 novembre 2007

La morte di un fuoriclasse

Fino a questa mattina, rispondere a questa domanda non era difficile: chi è il più grande giornalista italiano? Il primo nome che sarebbe subito piombato in mente sia a coloro che acquistano tre quotidiani al giorno, sia a coloro che non ne sfogliano mezzo, sarebbe stato quello di Enzo Biagi. Adesso la risposta non è più così immediata. Non perchè dietro Biagi ci sia solo ed unicamente feccia. Anche, ma non solo. Bensì perchè Biagi non può essere paragonato con nessun altro giornalista in vita. Ha vissuto le incredibili vicende di un secolo che ha amato molto, ed ha avuto il merito di raccontarle con lo stile di un inconfondibile fuoriclasse. Con lui se ne va un pezzo di storia, un pezzo pregiato di cui molti sentiranno la mancanza. Ha iniziato a scrivere a 17 anni Biagi, erano gli anni Trenta, era tutta un'altra Italia. Ha vissuto da protagonista il periodo buio del fascismo, al quale si è ribellato combattendo da partigiano. Fu proprio lui, il 21 aprile del 1945, ad annunciare alla radio la fine della guerra. Negli anni successivi Enzo Biagi scriverà per le principali testate nazionali e lavorerà in televisione dirigendo, fra l'altro, il Tg1. Il suo talento ed il suo stile gli permetteranno di brillare come nessuno sia con la penna in mano, sia negli schermi degli italiani. I più giovani lo ricordano soprattutto per il suo "fatto", trasmissione che resterà nella storia della nostra televisione. Un patrimonio nazionale Biagi; ha vissuto da protagonista gli eventi chiave del Novecento, basti guardare le foto che lo ritraggono a colloquio con personaggi come Bob Kennedy, la Thatcher, Arafat, Gorbaciov, Spadolini ma anche Dalla Chiesa, Montale, Agnelli, Allen e tanti altri. Un talento ed una storia unica alle spalle che non gli hanno impedito però di essere cacciato dalla Rai come il più insignificante dei redattori. Era il 2002, era l'editto Bulgaro, era Berlusconi, che dopo essersi scontrato, guardacaso, con l'altro maestro del giornalismo, Montanelli, chiede che Biagi sia spedito a casa. E, cosa più vergognosa, la Rai risponde "obbedisco". Dopo 700 puntate Il Fatto chiude per sempre i battenti, con Biagi che innanzi a tale ingiustizia dichiara: "meglio essere cacciati per aver detto qualche verità che accettare compromessi". Tornerà in tv solo nel 2007, stupendo coloro che ormai temevano non vi fosse più spazio per il giornalismo di Biagi in un panorama di tette-culi-pallone non stop. Il resto è storia di questi giorni, di oggi, di questa mattina. Enzo Biagi è morto. E' morto un uomo che Napolitano ha giustamente definito "una voce libera". E' morto un uomo di ispirazione socialista capace però di dichiarare "si può essere a sinistra di tutto, ma non del buon senso". E' morto un uomo che resterà nella storia del giornalismo per come ha saputo interpretare la sua professione. Amandola, innanzitutto: "avremmo fatto questo mestiere anche se non ci avessere pagato, ma per favore, non facciamolo sapere". E' morto un fuoriclasse.

lunedì 5 novembre 2007

Tutti per uno

Che sia ben chiaro. Nicolau Mailat, il romeno che la scorsa settimana ha barbaramente ammazzato Giovanna Reggiani, è un criminale schifoso ed ingiustificabile. Non appena appresa la notizia di quanto accaduto a Tor di Quinto, in molti se avessero potuto avrebbero strappato dal petto il cuore del carnefice. A mente fredda, però, è chiaro che Mailat dovrà essere punito diversamente, poichè si tratta un essere umano, pur essendo, permettetemelo, un uomo di merda. Giustissimo gettare la chiave della sua cella, giustissimo rispedire in patria i romeni o, più in generale, gli stranieri seriamente pericolosi per i cittadini italiani, giustissimo varare un pacchetto sicurezza rigoroso. Fin qui tutto corretto. Quello che non è però corretto è lasciarsi offuscare la mente dall'odio generato da quanto accaduto ad una povera donna che poteva essere nostra madre, o nostra sorella, o nostra figlia. L'assassino è un romeno, è un rom, ma questo non significa che ogni suo connazionale sia fatto della stessa, indecorosa, pasta. Va bene, benissimo, cacciare i criminali. Ma il calcio in culo va tirato a chi davvero lo merita. Se un romeno ammazza un italiano, ammazzare un romeno non migliorerà la situazione. Le spedizioni punitive contro dei rom che non hanno nulla a che fare con Mailat rappresentano una folle forma di squadrismo che risponde all'equazione romeno = criminale che rischia di colpire dei poveri stranieri che si spaccano la schiena lavorando dodici ore al giorno per sfamare i figli. E' vero che Mailat non è stato nè l'unico straniero nè l'unico romeno a macchiarsi le mani di sangue. Ma ciò non vuol dire che tutti i romeni che raggiungono l'Italia sono dei criminali. Non dimentichiamoci che a dare l'allarme di quanto accaduto a Tor di Quinto è stata una donna romena. Atto di civiltà che si affianca a quello di umanità compiuto da un immigrato romeno che, donando gli organi della moglie defunta, ha aiutato tre siciliani. Ed è la terza donazione in pochi mesi da parte di romeni, fanno sapere da Palermo. Che i criminali vadano puniti severamente è opinione condivisa dallo stesso governo e dai cittadini romeni. Gli abitanti del villaggio dove nacque Mailat ripudiano il loro connazionale, gli danno della bestia, del bastardo. Affermano di essere solidali con l'Italia e di non voler pagare perchè uno di loro si è macchiato di un delitto terribile. Della stessa opinione è anche l'ex numero uno del mondo di tennis Ilie Nastase, nato a Bucarest, che per punire gli assassini come Mailat, si dichiara favorevole alla pena di morte. Troppo facile allora fare di tutta l'erba un fascio ed incoraggiare la caccia al romeno. Meno semplice ma molto più corretto saper valutare i diversi casi ed intervenire con prontezza e severità qualora ve ne sia motivo. Basta trasformare la rabbia in xenofobia. Chiudo ponendo un quesito. Del caso di Tor di Quinto si è parlato a lungo, perchè è un evento che suscita orrore e clamore. Stessa cosa è accaduto tempo fa per altri omocidi ormai a tutti ben noti, vedi la strage di Erba, vedi l'assassionio di Garlasco. Mi spiegate perchè davanti ai corpi di un'intera famiglia straziati, si è reagito diversamente? O, per fare un triste esempio più facilmente paragonabile all'omicidio di settimana scorsa, mi spiegate che differenza c'è tra l'uccisione di Chiara Poggi e quella di Giovanna Reggiani? Si tratta di due povere donne crudelmente ammazzate. Due donne la cui vita è stata stroncata da un criminale. Due donne con amici e parenti che piangono ancora la loro assurda scomparsa. C'è però una grande differenza: tutti i romeni sono degli sporchi criminali che meriterebbero il cappio, mentre gli italiani no. Perchè?

mercoledì 31 ottobre 2007

Musica Maestro! R.E.M.

Il blog si è preso una pausa per motivi di pigrizia. Torno con una bella canzone e con l'augurio di trascorrere un ponte sereno.

R
.E.M. - Everybody hurts
Tratto da un concerto del 2003, live da Wiesbaden, Germania, uno dei brani più noti degli americani R.E.M., con una grande esibizione di Michael Stipe.

martedì 23 ottobre 2007

Musica Maestro! QUEEN

"Informazione non è conoscenza, conoscenza non è saggezza, saggezza non è verità, verità non è bellezza, bellezza non è amore, amore non è musica. La musica è il meglio" (Frank Zappa).
E allora, a partire da oggi, ogni settimana un brano eseguito dal vivo.

Queen - We are the champions
Cominciamo con una delle canzoni più conosciute al mondo. Ogni volta che si verifica un successo in ambito sportivo, le sue note scatenano i tifosi. Lo stesso Freddie Mercury ne scrisse il testo pensando a qualcosa che unisse i fan di una squadra. Il video è estratto dal celeberrimo concerto di Wembley '86, dove è stata eseguita come ultima canzone. Fantastica!

sabato 20 ottobre 2007

Ma cos'è questa boiata?

Per tutti coloro che se lo fossero perso, copio-incollo il post apparso ieri sul blog di Beppe Grillo. E' molto interessante, soprattutto per coloro che possiedono un blog.

"La legge Levi-Prodi e la fine della Rete
Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice direttore responsabile e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.

Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it
".

Ora, che il blog di Grillo in un modo o nell'altro sopravviverà è abbastanza certo. Ma che fine farà il mio blog? E che fine faranno i vostri blog?

venerdì 19 ottobre 2007

Gli effetti collaterali del Nobel

Dopo il giudice tedesco che alleggerisce la pena ad uno stupratore sardo perchè in Sardegna le donne le trattano sempre come bestie (vedi un paio di post più giù), ecco un'altra notizia a sfondo razzista. "I neri sono meno intelligenti dei bianchi". La sparata non porta la firma di un personaggio pubblico qualunque. Purtroppo la frase è da attribuire a James Watson, americano Premio Nobel per le sue scoperte sulla struttura del Dna. Ovviamente le critiche non sono mancate, anche da parte dei colleghi dello scienziato. La Nobel di casa nostra, Rita Levi Montalcini, si è detta indignata poichè, usando termini scientifici, intelligenza e genetica non c'entrano una mazza. La teoria di Watson non è sostenuta da nessuna dimostrazione scientifica ed è smentita, se ce ne fosse bisogno, da un esempio in carne ed ossa: Aubrey Morrison, professore della Washington University di Saint Louis, considerato uno degli uomini più intelligenti del globo. Il simpatico James ha ricevuto il Nobel 45 anni fa. Evidentemente dopo la premiazione deve aver ecceduto nei festeggiamenti, e gli effetti si sonoi fatti sentire nel corso degli anni. Il padre, ormai nonno, del Dna non è infatti nuovo a "perle di saggezza" di questo tipo. In passato dichiarò che una collega, i cui appunti risultarono fondamentali per le sue scoperte che gli valsero il Nobel, non ottenne il medesimo riconoscimento poichè era brutta. "L'aspetto fisico conta": la scientifica spiegazione di mr. Watson. Ma il Watson-pensiero che merita il gradino più alto del podio è stato concepito dieci anni fa. Lo scienziato affermò che se fosse possibile individuare i geni dell'omosessualità prima della nascita, "molte donne dovrebbero avere il diritto di abortire". In quella occasione la scientificissima spiegazione fu che le madri vogliono diventare nonne. Purtroppo non esiste ancora un test genetico del genere e non è possibile ammazzarli finchè sono nell'utero sti maledetti frociazzi. Neri, donne e omosessuali dunque le vittime dell'americano. Oggi Watson ha 79 anni, e se si dimostrerà longevo come la compagna di Nobel Montalcini, avrà davanti a sè ancora molti anni per sparare a zero su musulmani o cinesi eccetera eccetera. Cos'hanno che non va musulmani o cinesi? Io non lo so, non sono mica un Premio Nobel. Ce lo dirà lui, per lui la risposta sarà facile. Anzi, elementare, Watson.

mercoledì 17 ottobre 2007

Orgoglio di papà

Vi sarà capitato di vedere quei genitori che iscrivono i propri figli in qualche squadra con la morbosa speranza che un giorno diventino "qualcuno". Sono quelli che si presentano alla stadio belli eleganti e che passano tutta la partita ad insultare mamma, nonna e sorella dell'arbitro davanti alle orecchie di giocatori formato mini. Sono quelli che, se il proprio frugoletto non è autore di una prestazione da applausi, si precipitano fuori dallo spogliatoio pronti al cazziatone post-doccia che proseguirà durante il ritorno a casa. Sono quelli che fanculo lo stare insieme, il divertimento e compagnia bella, e viva un possibile contratto con qualche bello zeretto. Sono quelli che, quando ci capita di scovarli, ci fanno scuotere sconsolati la testa. Ma c'è chi non si accontenta, chi decide di fare le cose in grande, chi ci farebbe scuotere non solo il capo, ma ogni parte del corpo. C'è ed è in Cina. A nord di Shanghai, precisamente. L'esaltato di turno è il padre del piccolo Yank Kaiwang, otto anni, che per il figlio non ha pensato all'erba dei campi da calcio o al parquet di quelli di basket, bensì all'asfalto delle piste da corsa. Un sogno molto ambizioso quello di poter vedere un giorno il proprio ragazzo sfrecciare sui circuiti di Formula 1. Un sogno che nasce dalla grande passione che il papà ha sempre avuto per i motori. Nulla di male, ci mancherebbe, ad indirizzare il proprio figlio verso una strada che potrebbe rivelarsi quella giusta anche per il diretto interessato. Il problema sorge quando si eccede un po' troppo. Eccedere significa infilare il proprio figlio in una mini auto prima ancora che questo abbia mosso il primo passo. Eccedere significa consentire al proprio figlio di girare per il quartiere a bordo della sua automobilina dall'età di quattro anni. Possibile che la polizia non lo abbia beccato? Certo che lo ha fatto, ma Yank, a detta dei genitori, è l'idolo locale, quindi i poliziotti chiudono un occhio senza problemi. Per consentire al figlio di correre sui go-kart, il signor Kaiwang ha speso sino ad oggi ben 50 mila euro, ed è disposto ad invesirne 500 mila. La mancanza di limiti ai suoi desideri è quindi data anche dal proprio portafoglio, se si considera che soltanto il casco e la tuta del giovane pilota hanno un prezzo pari allo stipendio annuo di un lavoratore cinese medio. D'altronde se uno i soldi li ha, che male c'è a sborsarli? Nessuno, se sono spesi per la felicità del bambino. Il problema è che la passione per i bolidi l'ha sempre avuta il babbo, non il bimbo, ad insistere ad andare a correre in pista è il padre, non il bimbo. Forse Yank vorrebbe divertirsi come fanno i suoi coetanei meni abbienti. Forse vorrebbe vivere come fanno gli altri bambini della sua età, cioè a casa propria con mamma e papà. Ed invece il ragazzino durante la settimana è scaricato in un'altra casa dove viene accudito da una coppia affittata dai genitori, troppo indaffarati dal lavoro per curare il loro pilotino con gli occhi a mandorla.
Quando vi capiterà di incontrare qualche genitore esaltato seguire in stile ultras la partita del figlio, raccontate loro la storia che avete appena letto. Forse, imbrazzati poichè non possono reggere il confronto, chiuderanno la bocca, per la gioia dei presenti. Gli altri spettatori vi ringrazieranno. E loro figlio pure.

venerdì 12 ottobre 2007

Razzismo in tribunale

Maurizio Pusceddu, cameriere sardo residente in Germania, convinto che la propria compagna lo tradisse, ha violentato la ragazza per tre settimane. Botte, manette, sigarette accese sulle parti intime, aceto sulle ferite, rasatura dei capelli, sesso a tre ed altri gravi maltrattamenti. Aspettate a giudicare questo ragazzo 29enne uno schifoso pazzo criminale. Il giovane ha infatti un'attenuante. No, non si tratta della "classica" infermità mentale. L'attenuante consiste nel fatto che Pusceddu è sardo. Come che cosa c'entra? C'entra eccome! Almeno secondo il barone von Hammerstein, che oltre un anno fa firmò la sentenza relativa a questo accaduto. Tale sentenza, tradotta in italiano solo da pochi giorni, recita: "è un sardo. Il quadro del ruolo dell'uomo e della donna, esistente nella sua patria, non può certo valere come scusa, ma deve essere tenuto in considerazione come attenuante". Quindi il tribunale tedesco gli ha ridotto la pena poichè, oltre ad altre attenuanti non poco discutibili ("come cittadino italiano che deve vivere separato dalla sua famiglia e dalla sua cerchia di amici in patria, è particolarmente sensibile alla reclusione; i reati sono stati un efflusso di un esagerato pensiero di gelosia dell'imputato"), il giovane è cagliaritano. Una sentenza pazzesca che, sebbene sia valsa uno sconto di pena al proprio assistito, ha fatto ovviamente (e paradossalmente) gridare allo scandalo anche l'avvocato di Pusceddu. Chissà il giudice tedesco, ora in pensione, che ha parlato di "particolari impronte culturali ed etniche dell'imputato", che visione avrà mai della Sardegna. Evidentemente quella di una terra dove donne e pecore sono messe sullo stesso piano, e dove gli uomini sono legittimati a trattare come spazzatura le compagne. Come mai abbia dei pregiudizi sull'isola italiana è un mistero. Va detto che la ragazza stuprata è lituana; forse il giudice riteneva, anche se non è scritto nella sentenza, che le donne lituane siano più propense ad essere brutalizzate rispetto alle sue connazionali. La verità è che non bisogna indignarsi innanzi alle idee di von Hammerstein. Infatti il giudice è tedesco, e tutti sanno quello che i tedeschi hanno combinato negli anni Quaranta del secolo scorso spinti da motivi razziali. Nel valutare il razzismo del giudice, quindi, non dobbiamo dimenticare le sue "particolari impronte culturali ed etniche".

giovedì 11 ottobre 2007

Per non dimenticare

La puntata di Annozero della scorsa settimana, quella dedicata al caso-De Magistris, ha fatto discutere a lungo: dalle critiche di Prodi, alla risposta di Santoro, alla decisione del Cda della Rai. Il Consiglio non ha sanzionato la trasmissione, ma ha richiesto che venisse rivisto lo spazio di Marco Travaglio. Santoro si è detto disponibilissimo ad ospitare ogni tipo di replica, chiarendo però che "Marco non si tocca". Il diretto interessato ha commentato sulle pagine del Corriere la critica espressa sulla trasmissione da Prodi, definendo il giudizio del Professore "un diktat di sapore bulgaro". Travaglio fa riferimento al celebre "editto di Sofia", vale a dire la dichiarazione di Berlusconi rilasciata durante una visita ufficiale in Bulgaria nel 2002. Il commento di Prodi non può essere messo sullo stesso piano di quello dell'ex premier, che in un solo colpo fece allontanare dalla Rai Biagi, Santoro e "come si chiama quell'altro?" Luttazzi. Il calcio in culo rifilato a Daniele Luttazzi è legato proprio a Travaglio: a Berlusconi non andò giù una puntata di Satyricon che aveva come ospite il giornalista dell'Unità. Nei video (della durata complessiva di circa 25 minuti), trovate l'intervista incriminata. Vale la pena di rivederla, per ricordare a oltre cinque anni di distanza una delle più clamorose censure della storia recente della televisone italiana.

venerdì 5 ottobre 2007

I soliti sospettosi

Che gente gli italiani! Sempre pronti a pensar male, sempre pronti a ripetere "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio", sempre convinti che "ci sia per forza qualcosa dietro". Il festival delle frasi fatte lo vince "a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina", aforisma targato Giulio Belzebù Andreotti. E un popolo così malfidente, come poteva reagire innanzi al caso De Magistris se non con universitari incazzati, con petizioni su petizioni online, con quel comunista di Santoro che fa innervosire la casta? Il fatto è che il pm di Catanzaro Luigi De Magistris stava indagando su di un gruppo di potere che gestirebbe soldi pubblici, e che tra gli indagati ci sono anche pezzi grossi quali Prodi e Mastella. E il fatto è che proprio il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha richiesto con urgenza il trasferimento d'ufficio del magistrato. Ora, come fa l'italica gente a non diffidare e a non insospettirsi che dietro all'iniziativa di Mastella ci sia la volontà di ostacoloare la giustizia? Il ministro ha definito la sua richiesta "un atto dovuto stando a quanto gli è stato riferito dagli ispettori". Ha parlato grave inadempienza procedurale, di violazione del segreto di stampa, di tardiva iscrizione di due sospetti al registro degli indagati, di aver diffuso sospetti immotivati sui colleghi della procura e sui suoi superiori. Nonostante tutto, buona parte del Bel Paese "sta" con De Magistris. Il pm ha ricevuto numerose dimostrazioni di solidarietà, tra piazze e internet. Forse perchè la lontana idea, la remota ipotesi, il minimo dubbio che il mondo politico gestisca a suo piacimento i magistrati e rifili calci nel culo a chi rischia di far saltar fuori le loro magagne, ci dà il voltastomaco. Forse perchè sentire un magistrato che dichiara di aver ricevuto pressioni ed intimidazioni dagli ambienti isituzionali, non ci fa stare troppo tranquilli. Forse perchè aver visto ieri la gente di Potenza e Catanzaro schierata con estrema convinzione dalla parte di De Magistris, non può non condizionarci. Perchè è lì che quando si parla di mafia non si pensa solo alle morti di Borsellino e a Falcone, ma anche di quelle dell'amico, del papà, del marito. Senza forse. E allora sarà perchè solo il sospetto che Mastella stia agendo per salvarsi il culo ci fa troppo innervosire, che è inevitabile "simpatizzare" per il pm di Catanzaro.E "simpatizzare" significa augurarsi che De Magistris resti al suo posto e porti a termine il proprio lavoro, il proprio dovere. Sarà perchè la paura di avere una classe politica libera di commettere reati sui quali non si potrà fare chiarezza non ci va bene, che i ragazzi vanno in piazza al grido di "trasferiteci tutti". Sarà per tutti questi motivi che in molto hanni firmato una petizione per De Magistris. La petizione è questa qui. Manco a dirlo è promossa da Beppe Grillo. Sarà per questo che quando il comico decide di dispendiare un po' di vaffanculo ai nostri parlamentari, sono in pochi a difendere i politici, ed in molti ad alzare il medio.

giovedì 4 ottobre 2007

Notte prima degli esami (di settembre)

Andiamo avanti facendo un passo indietro. Potrebbe essere questo lo slogan della scuola italiana dopo il ritorno al passato voluto da Giuseppe Fioroni. Il ministro della Pubblica istruzione ha firmato un decreto che, in pratica, riporta in vigore gli esami di riparazione. Gli studenti (non bocciati) che a giugno avranno una o più insufficienze in pagella non saranno più ammessi all'anno successivo con i cosiddetti "debiti formativi", come accaduto negli ultimi 12 anni. Questi studenti dovranno invece dimostrare di aver recuperato le proprie lacune a settembre, quando si terranno gli esami. In Italia il 41% dei ragazzi presentano in pagella almeno una insufficienza. Di questi, solo uno su quattro salda i debiti l'anno successivo, gli altri proseguono il proprio iter scolastico senza aver recuperato. E' soprattutto questo dato ad aver allarmato Fioroni, che ha deciso quindi di reintrodurre l'esame di settembre. Con questo metodo vi è però la possibilità che uno studente che presenti una media invidiabile, ma che nonostante ciò abbia una materia insufficiente, fallendo l'esame di riparazione venga bocciato. Non è così raro trovare ragazzi che nelle materie umanistiche alternino solo 8 e 9, ma che proprio non riescano ad evitare il 5 in matematica. Fino allo scorso avrebbero ricevuto una pagella invidiabile, caratterizzata da una media lodevole, macchiata da un'unica, sgradevole, nota stonata. Da quest'anno invece anche questi "secchini incompleti" rischiano grosso, al pari dei compagni più sfaticati. L'intento del ministro di ottenere una scuola più seria e rigorosa è lodevole. Ma la possibilità di lasciare sul campo studenti che non meritano la bocciatura appare notevole. Stando alle cifre, il sistema dei debiti formativi non funziona. Ma anzichè questa rivoluzione fioroniana, forse sarebbe stato opportuno modificare il metodo da anni in uso. Ad esempio, gli studenti che durante l'anno non avranno saldato, dopo almeno tre tentativi (come avveniva sino a ieri), il proprio debito formativo ottenuto l'anno precedente, anzichè accedere senza problemi alla classe successiva, saranno bocciati. Non sarà certo questo il sistema migliore, ma sicuramente consente agli studenti di non giocarsi tutto in un'unica occasione, mettendoli anche meno sotto pressione. Studenti che, manco a dirlo, sono contrari a questo cambiamento. In particolare l'Unione degli studenti si dichiara giustamente esterrefatta di "aver trovato questa notizia sul sito del ministero senza essere stati prima consultati". Lamentela decisamente condivisibile, anche perchè il decreto sarà valido già a partire dall'anno scolastico in corso. Forse, al di là di queste critiche dei diretti interessati, il metodo severo di Fioroni riuscirà a migliorare la nostra scuola, di recente bocciata dalla Ue. Anche se l'idea di migliaia di ragazzi che passeranno l'estate sui libri carichi di preoccupazione in attesa dell'esame in stile "o la va, o la spacca", mette un po' di tristezza ad un ragazzo che al liceo non è mai stato un asino, ma nemmeno un secchionissimo. Come invece era Fioroni.

sabato 29 settembre 2007

George cuore di pietra Bush

In America esistono bambini poveri e bambini poverissimi. Quelli poverissimi beneficiano di un programma pubblico nazionale che aiuta le loro famiglie. Quelli poveri potrebbero godere di un piano analogo. Potrebbero, ma oggi non possono, domani potrebbero, ma forse non potranno. Sebbene infatti il Senato abbia approvato l'assistenza medica per questi bimbi, c'è chi si oppone al provvedimento. Questo "chi" ha un nome, una lettera puntata ed un cognome: George W. Bush. Per annullare il veto annunciato dal presidente, è necessario il parere della Camera dei Rappresentanti, dove però pare mancherebbero 25 voti. Con il suo "no", Bush impedisce ad oltre 4 milioni di american children di avere cure gratis. Georgedabbliu si giustifica affermando che tale iniziativa porterebbe milioni di famiglie che sino ad oggi si sono garantite una polizza privata, a gravare sulla sanità pubblica. Ma uno studio dell'Urban Institute lo smentisce, sostenendo che l'80% delle famiglie che riceverebbero questo fondamentale aiuto economico, non è assolutamente in grado di permettersi l'assistenza privata. Per questo, le sollecitazione volte ad aprire il cuore ed il portafoglio di Bush arrivano da tutte le parti: democratici, senatori repubblicani, opinione pubblica ed industria farmaceutica. Ma il mondo intero ha gli occhi puntati sul presidente degli U.S.A. anche per un'altra ragione. Ieri infatti si è tenuto a New York un incontro per discutere della moratoria della pena di morte. Gli Stati Uniti sono uno dei paesi che guidano il fronte del no, nonchè uno dei 6 stati nei quali si sono concentrate le esecuzioni nel 2006. La speranza di Massimo D'Alema, uno dei promotori dell'assemblea di ieri, è che gli U.S.A. compiano lo storico passo di rendere disoccupati i loro boia. E' una speranza che accumuna milioni e milioni di person. Il tempo ci dirà se gli ultimi mesi di mandato ci mostreranno un Bush più umano. Il titolare della farnesina ha dichiarato che per l'abolizione della pena capitale si apre una battaglia che non si preannuncia facile. Nel frattempo, c'è da augurarsi che Bush rinunci ad oppore il veto sulle cure ai bimbi poveri. Se non sarà così, oltre 4 milioni di bambini non potranno avere l'assistenza medica.
"We are the world, we are the children".

venerdì 28 settembre 2007

Help the people of Burma (Birmania) - Post this meme on your blog

Note: this is a new kind of online protest that uses blogs to spread a petition globally. To participate, just add your blog by following the instructions in this blog post.
This not an issue of partisan politics, this is an issue of basic human rights and democracy. Please help to prevent a human tragedy in Burma by adding your blog and asking others to do the same. By passing this meme on through the blogosphere hopefully we can generate more awareness and avert a serious tragedy. As concerned world-citizens this something we bloggers can do to help.

How to participate
1. Copy this entire post to your blog, including this special number: 1081081081234
2. After a few days, you can search Google for the number 1081081081234 to find all blogs that are participating in this protest and petition.
Note: Google indexes blogs at different rates, so it could take longer for your blog to show up in the results.

The situation in Burma and why it matters to all of us
There is no press freedom in Burma and the government has started turning off the Internet and other means of communication, so it is difficult to get news out. Individuals on the ground have been sending their day-by-day reports to the BBC, and they are heartbreaking. I encourage you to read these accounts to see for yourself what is really going on in Burma. Please include this link in your own blog post.

The situation in Burma is increasingly dangerous. Hundreds of thousands of unarmed peaceful protesters, including monks and nuns, are risking their lives to march for democracy against an unpopular but well-armed military dictatorship that will stop at nothing to continue its repressive rule. While the generals in power and their families are literally dripping in gold and diamonds, the people of Burma are impoverished, deprived of basic human rights, cut off from the rest of the world, and increasingly under threat of violence.

This week the people of Burma have risen up collectively in the largest public demonstrations against the ruling Junta in decades. It’s an amazing show of bravery, decency, and democracy in action. But although these protests are peaceful, the military rulers are starting to crack down with violence. Already there have been at least several reported deaths, and hundreds of critical injuries from soldiers beating unarmed civilians to the point of death.

The actual fatalities and injuries are probably far worse, but the only news we have is coming from individuals who are sneaking reports past the authorities. Unfortunately it looks like a large-scale blood-bath may ensue — and the victims will be mostly women, children, the elderly and unarmed monks and nuns.

Contrary to what the Burmese, Chinese and Russian governments have stated, this is not merely a local internal political issue, it is an issue of global importance and it affects the global community. As concerned citizens, we cannot allow any government anywhere in the world to use its military to attack and kill peacefully demonstrating, unarmed citizens.

In this modern day and age violence against unarmed civilians is unacceptable and if it is allowed to happen, without serious consequences for the perpetrators, it creates a precedent for it to happen again somewhere else. If we want a more peaceful world, it is up to each of us to make a personal stand on these fundamental issues whenever they arise.

Please join me in calling on the Burmese government to negotiate peacefully with its citizens, and on China to intervene to prevent further violence. And please help to raise awareness of the developing situation in Burma so that hopefully we can avert a large-scale human disaster there.

Thank you.

(Testo tradotto in italiano nei commenti)

giovedì 27 settembre 2007

Big Man Menu

Pensi all'America e cosa ti viene in mente? L'American Dream, la Grande mela, le stelle di Holliwood, la Statua della Libertà ed il ponte di Brooklyn, la borsa di Wall Street, la fusione di culture diverse, i musical di Broadway, i grandi campioni dello sport... Ma oltre a questi ed altri elementi che ci fanno sognare ad occhi aperti, c'è un'altra caratteristica che riguarda il Nuovo continente, o meglio, la sua popolazione. Provate a chiedere ad un vostro amico che ha trascorso le vacanze a New York, quali differenze vi siano tra i nostri connazionali che passeggiano per Milano o Roma, e gli americani che occupano i marciapiedi della Grande mela. La differenza più eclatante non può che essere il numero di taglia, con gli americani che "godono" di qualche X in più. Sono proprio loro il popolo più obeso del pianeta: il 31% degli americani soffre di questa malattia, e ben il 65% è sovrappeso. Il problema va ben oltre all'ambito estetico: l'obesità porta con sè disfunzioni cardiocircolatorie e problemi alle articolazioni; il numero dei diabetici è in aumento, i bambini che soffrono di pressione alta sono 2 milioni. L'obesità interessa in maniera particolarmente preoccupante i ragazzi più giovani, tanto che in America sta maturando il timore di allevare una generazione che vivrà meno a lungo delle precedenti. Ogni anno vi sono circa 300 mila morti premature dovute all'obesità. La malattia costringe poi l'America a sborsare 117 miliardi di dollari in cure, cifra inferiore rispetto a quanto non investa nella causa principale dell'obesità: il fast food. Con i loro prezzi convenienti ed i loro menu invitanti con sorpresa annessa, McDonald's, Burger King e compagnia bella attirano migliaia e migliaia di ragazzi e bambini che rischiano di rovinarsi la vita alla soglia dei vent'anni. Per questo motivo, l'America ha finalmente deciso di intervenire: numerose città hanno vietato l'apertura di nuovi fast food e a Los Angeles south i pasti proposti dai ristotanti veloci devono necessariamente essere a basso contenuto calorico ed accompagnati da frutta e verdura. L'indice puntato contro, ha portato le diverse catene a ridurre le porzioni, ad introdurre nei menu insalate, ortaggi, macedonie e succhi, ed a limitare le dosi di sali, zuccheri e salse. In 7000 scuole elementari viene insegnato ai giovani studenti come mangiare sano, ed anche numerose università hanno adottato un programma attento alla salute dei ragazzi, invitandoli ad un minore rimbambimento davanti al televisore, in favore di più esercizio fisico. David Ludwig, primario della clinica pediatrica di Boston, guarda con ammirazione l'alimentazione di casa nostra. Lo slow food all'italiana, caratterizzato da cibi sani preparati da mamma e papà, non è paragonabile all'ammasso di hamburger e patatine che i guys americani ingurgitano con troppa frequenza. Non a caso i livelli di obesità dell'Italia, non sono paragonabili a quelli d'oltreoceano. E' opportuno che il grande continente faccia propri gli usi e costumi culinari del piccolo Stivale. Ed è opportuno che lo faccia alla svelta.

martedì 25 settembre 2007

Anoressia shock

Un'immagine può essere più significativa di mille parole. L'effetto suscitato da una fotografia può essere più devastante di quello provocato da centinaia di nozioni. E nella settimana della moda, niente può porre l'attenzione sul problema dell'anoressia con maggior forza rispetto alla foto che vedete qui sopra. Una giovane ragazza che mostra sul proprio corpo nudo la violenza di questa malattia. Un'immagine che colpisce, rattrista, sconvolge. L'autore dello scatto è il fotografo Oliviero Toscani. Per denunciare quello che ha definito un "tema tabù per la moda", Toscani ha scelto di ricorrere al metodo più diretto ed allo stesso tempo più drammatico: mostrare quello che l'anoressia provoca realmente a coloro che ne sono affetti. Il soggetto della foto è Isabelle Caro, ragazza francese che soffre di anoressia da quando aveva 13 anni. Oggi Isabelle ha 27 anni, è alta 165 cm e pesa soltanto 31 chili. Ha accettato di farsi fotografare nella speranza che molti giovani si rendano davvero conto dei pericoli di questa malattia, rimanendo colpiti dal suo corpo. Corpo che la ragazza ha definito "ripugnante". Come sempre, quando spuntano campagne così "forti", i pareri a riguardo sono discordanti. C'è chi apprezza il lavoro di Toscani, come gli stilisti Dolce e Gabbana e Giorgio Armani, e il ministro della Salute Livia Turco, e chi invece giudica inopportune le modalità di realizzazione, come l'Alba (Associazione per lo studio e la ricerca sull'anoressia, la bulimia e l'obesità) o l'Associazione italiana disturbi dell'alimentazione e del peso. Senza dubbio la scelta del fotografo non può lasciare indifferenti. L'anoressia è un cancro tremendo della nostra società, e non solo del mondo della moda, che interessa, insieme alla bulimia, oltre 2 milioni di persone. Conoscere questo dato può non attirare l'attenzione di un lettore poco attento, ma è certo che chiunque si troverà davanti agli occhi la fotografia di Toscani, ne rimarrà shoccato. Perchè le parole, le nozioni, i dati possono non colpire. Ma chi può alzare le spalle davanti allo sguardo di questa ragazza?

A volte ritornano...

l'angolo dell'intruso - Seconda fase
BENVENUTI

giovedì 5 luglio 2007

Un dettaglio trascurabile

Un matrimonio che finisce male come tanti altri. "Lui" che confessa di avere una relazione con un'altra donna, e tanti saluti a moglie e figli. Quando il "lui" in questione è un personaggio noto, lo scandalo è inevitabile. E scandalo è stato a Los Angeles dove il sindaco, Antonio Villaraigosa, si è separato dalla moglie dopo un'unione durata vent'anni. E' stato lo stesso Villaraigosa a comunicare la notizia ai giornalisti. Ed ovviamente ne hanno parlato tutti i telegiornali del posto. Tra i mezzobusto incaricati di dare la notizia, anche Mirthala Salinas, anchorwoman di Telemundo Channel 52, una rete in lingua spagnola. La giornalista ha annunciato in apertura che le voci riguardanti la separazione del sindaco sono state confermate. Ed ha proseguito con il telegiornale. Salinas però ha peccato di mancanza di completezza di informazione. Infatti la giornalista ha tralasciato un "dettaglio trascurabile", ossia che la causa del divorzio del sindaco è una relazione con un'altra donna: lei.

martedì 3 luglio 2007

V per Vaffanculo

Sabato otto settembre 2007 sarà il V-Day, dove la "V" sta per "Vaffanculo". L'evento è promosso da Beppe Grillo, il quale, stancatosi dei nostri politici blindati nei palazzi, ha deciso di organizzare questa giornata di "informazione e di partecipazione popolare". Quel giorno Beppe lancerà un'iniziativa di legge popolare che, come si legge sul suo blog, si basa su tre punti:
PRIMO: Nessun cittadino può candidarsi se condannato in via definitiva o in attesa di giudizio.
SECONDO: Nessun cittadino italiano può essere eletto per più di due legislature. Regola valida retroattivamente.
TERZO: I candidati devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta.
Quella di Grillo, che qualche giorno fa si è recato al Parlamento Europeo dove ha tenuto un discorso da applausi, è una grande iniziativa per tre motivi:
PRIMO: è un controsenso che le nostre leggi vengano stese da dei fuorilegge.
SECONDO: le radici devono stare in giardino, e non in parlamento.
TERZO: così tutti sapranno a chi andrà effettivamente la loro "crocetta".
Clicca qui se vuoi esprimere il tuo "vaffanculo".

lunedì 2 luglio 2007

LUnedìVIdeo - Bit box alla francese

Avete presente Yeah, la canzone di Usher? Ecco, in questo video ne è proposta una versione un po'... particolare. Guardate cosa è in grado di fare questo ragazzone francese solo con l'uso della bocca. (Ringrazio GhibellinFuggiasco per la segnalazione).

domenica 1 luglio 2007

La resurrezione

Il Gran Premio di Francia consegna agli appassionati una importante notizia: la Ferrari non è morta. O forse lo era, ma ora pare resuscitata. Dopo gare e gare di bastonate ad opera delle McLaren, Raikkonen e Massa firmano la loro prima doppietta, in una domenica che lancia la rossa in una rincorsa dura, durissima, ma che dopo oggi appare meno impossibile. Dopo un letargo che pareva infinito, finalmente si è visto un grande Raikkonen, che dopo una serie di partenze al rallentatore, brucia Hamilton al via. Da lì in poi il finlandese, con la vettura leggermente più pesante del compagno, non deve fare altro che stare vicino a Massa, sperando in un sorpasso al pit stop. E così sarà: dopo la seconda sosta Kimi passa al comando e ci resterà fino alla check flag. Dietro di lui Massa, che se la prende con il traffico, ed Hamilton, ancora una volta, l'ottava consecutiva, sul podio: è record per un esordiente. Alonso è lontano, lontanissimo, perso a lottare come un dannato fra piloti e macchine di rango inferiore, furiosamente impegnato in una rimonta in una gara segnata dal problema al cambio del sabato. Chiuderà settimo, ancora una volta battuto dal compagno di team, e questa volta anche dalle due Ferrari. Le squadre ora si affrettano a fare i bagagli, perchè domenica prossima è già tempo di tornare a combattere, in una terra inglese divisa fra la sfida finale di altri eroi armati di racchetta, e soprattutto tormentata dal terrore che le recenti autobomba hanno creato. La scuderia di Maranello atterrerà in Gran Bretagna con la consapevolezza che i favoriti per il titolo vestono ancora d'argento. I punti di vantaggio degli inglesi sono ancora tantissimi e a Silvestrone la sfiga difficilmente priverà Alonso delle prime posizioni. La Ferrari ha i piedi ben ancorati per terra; in particolare Raikkonen non è tipo che si entusiasmi facilmente. Che vinca o che si ritiri, il finnico mostra sempre la stessa, imperturbabile espressione da cane bastonato. Guardandolo sul gradino più alto del podio, o sentendolo parlare in conferenza stampa, a volte viene il dubbio che si stia per addormentare. I tempi delle vittorie di Schumi condite da festeggiamenti,abbracci, salti e innaffiamenti di champagne sul podio, sono lontani. Oggi quando Kimi vince (non spesso, in verità), gli affezionati della rossa possono beneficiare esclusivamente di musi lunghi. E c'era chi disprezzava l'ottovoltecampionedelmondodiolobenedica Schumacher, perchè non parlava italiano...

Comunicazione di servizio

Si avvisano i gentili lettori che il blog non è stato aggiornato durante la scorsa settimana a causa di gravi problemi tecnici ora risolti. (Computer di *****!). A presto.
l'intruso

lunedì 25 giugno 2007

LUnedìVIdeo - Consigli per gli acquisti

Sul retro del suo libro Tutto il Grillo che conta, Beppe Grillo scrive: " Da giovane ho fatto una pubblicità, ma poi ho capito alcune cose sulla pubblicità. Qualche anno dopo ho cominciato a prendermela coi politici perché le cose non andavano bene, ma poi ho capito alcune cose sulla politica, che è controllata dall'economia. Qualche anno fa ho cominciato uno spettacolo prendendo a mazzate un computer, ma ora ho capito alcune cose su internet, che è la nostra unica difesa". Ed ecco la pubblicità fatta da Beppe vent'anni fa.

venerdì 22 giugno 2007

Venerdì in Versi - Neruda

Il venerdì è il giorno dedicato alla poesia. Pablo Neruda disse che "la poesia è un atto di pace. La pace costituisce il poeta come la farina il pane". E allora, cominciamo proprio con lui...

Ode al suo aroma
Mia soave, di cosa odori?
Di che frutto?
Di che stella? Di che foglia?

Presso
il tuo piccolo orecchio
o sulla tua fronte
mi chino,
ficco
il naso tra i capelli
e il sorriso,
cerco di riconoscere
la stirpe del tuo aroma:
è soave, ma
non è fiore, non è coltellata
di penetrante garofano
o impetuoso aroma
di violenti
gelsomini,
è qualcosa, è terra,
è
aria,
mele o legnami,
odore
di luce sulla pelle,
aroma
della foglia
dell'albero
della vita
con polvere
di strade
e freschezza
d'ombra mattutina
alle radici,
odor di pietre, di fiume,
ma
più simile
a una pèsca,
al tepore
del palpito segreto
del sangue,
odore di casa pura
e di cascata,
fragranza
di colomba
e capelli,
aroma
della mia mano
che perlustrò la luna
del tuo corpo,
le stelle
della tua pelle stellata,
l'oro,
il grano,
il pane del tuo contatto,
e lì,
per tutta la lunghezza
della tua luce furiosa,
sulla tua circonferenza d'anfora,
sul calice,
sugli occhi del tuo seno,
fra le tue ampie palpebre
e la tua bocca di schiuma,
su tutto
lasciò,
la mia mano lasciò
odor d'inchiostro e selva,
sangue e frutti perduti,
fragranza
di obliati pianeti,
di puri
fogli vegetali,

il mio stesso corpo
sommerso
nella freschezza del tuo amore, amata,
come in una sorgente
o nel suono
di un campanile
lassù
tra l'odore del cielo
e il volo
degli ultimi uccelli,
amore,
odore,
parola
della tua pelle, dell'idioma
della notte nella tua notte,
del giorno nel tuo sguardo.
Dal tuo cuore
sale
il tuo aroma
come dalla terra
la luce fino alla cima del ciliegio:
sulla tua pelle io fermo
il tuo palpito
e odoro
l'onda di luce che ascende,
la frutta sommersa
nella sua fragranza,
la notte che respiri,
il sangue che esplora
la tua bellezza
fino a giungere al bacio
che mi attende
nella tua bocca.

Pablo Neruda

lunedì 18 giugno 2007

LUnedìVIdeo - We'd go down to the river...

Un po' di musica! Questo lunedì i protagonisti del video sono Bruce Springsteen e Sting, impegnati in un grande duetto. La canzone è The river, uno dei brani più belli del Boss.

domenica 17 giugno 2007

Non c'è partita

"Gli appuntamenti di giugno sulla carta sono favorevoli alla Ferrari: Canada e Stati Uniti. E' assolutamente necessario che il Cavallino recuperi punti pesanti in queste due prove. Se invece alle otto e mezza della sera del 17 giugno sarà ancora l'argento a brillare, allora vorrà dire che la lotta al titolo a quel punto avrà una grande, grandissima favorita".
Con queste parole concludevo il post di domenica 27 maggio Sprofono rosso. Ebbene, il Gran Premio degli U.S.A. è terminato, e l'argento continua a brillare come prima. Anzi, più di prima. Ancora una grande vittoria di Hamilton, la seconda consecutiva, ed ancora una doppietta McLaren, la terza stagionale. L'antifona non cambia rispetto alle precedenti gare: la solita super McLaren, la solita partenza pessima di Raikkonen, il solito sorriso di Hamilton. E dopo sette tappe, il vantaggio della scuderia inglese è abissale. Il ritardo delle Ferrari in termini di prestazioni è palese; la gara odierna ha mostrato leggeri miglioramenti rispetto al Canada, ma le McLaren sono di un altro pianeta. Massa avrebbe dovuto essere la seconda guida a Maranello, ed invece è costantemente più veloce di Raikkonen. Raikkonen, appunto: un disastro. In qualifica non graffia, in partenza è imbarazzante, in gara non riesce ad incidere come da lui ci si aspetterebbe. Anche oggi la domenica del finlandese è stata condizionata da un avvio al rallentatore. Pure Schumacher non brillava al momento del via; la differenza è che il tedesco in gara era un supereroe, Kimi invece non lo è. Sicuramente, considerando la differenza che intercorre tra frecce d'argento e rosse, anche Schumi si sarebbe trovato in difficoltà, ma la storia insegna che il tedesco sa vincere anche con vetture inferiori. Il problema della Ferrari è che il kaiser il G.P. americano l'ha seguito spaparanzato sul divano della villa svizzera, sorseggiando un paio di birre al fianco della moglie Corinna. In pista c'erano Massa, che più di così non poteva fare, e Raikkonen, che nonostante le buone intenzioni dell'ultima parte della corsa, si è trovato ancora una volta il retrotreno del compagno davanti al casco. La situazione ormai sembra delinaeata: salvo clamorosi stravolgimenti, la McLaren dovrebbe avere vita facile per quanto riguarda il campionato costruttori. Mentre la sfida tra i piloti ha due grandi super favoriti, e vestono entrambi d'argento. Questa domenica c'è da segnalare l'ottava posizione ottenuta dall'esordiente Vettel, sostituto di Kubica, che con i suoi 19 anni e 11 mesi diventa il più giovane esordiente ad andare a punti nella storia della Formula 1. Va sottolineata anche la prestazione superba del nostro Trulli, che porta a casa un gran sesto posto, surclassando per l'ennesima volta il più giovane degli Schumacher. L'uomo del momento resta però senza dubbio Lewis Hamilton. La pressione dopo la vittoria del Canada, la leadership del mondiale, i tanti sostenitori americani, le polemiche di Alonso, non hanno deconcentrato minimamente l'inglese. Ora il favorito per il titolo sembra proprio lui, e non il campione in carica Alonso. Lo spagnolo, e non solo lui, si è accorto da tempo di condividere il box con un campioncino deciso da subito a fare sul serio. Ecco perchè Fernando ultimamente appare un po' nervoso, ecco perchè i sorrisi amari sul podio, ecco perchè le polemiche della scorsa settimana. Alonso sa che il suo più grande rivale ce l'ha in casa. Alonso sa che quest'anno non si può non aver paura dell'uomo nero.

sabato 16 giugno 2007

Scagionato!

Comunicato stampa di Emergency:
"Un documento dell’autorità giudiziaria afgana, che decreta la chiusura del procedimento a carico e il proscioglimento di Rahmatullah Hanefi, è stato consegnato oggi al suo avvocato. La scarcerazione conseguente avverrà in tempi brevi, in seguito ad adempimenti procedurali. Permangono le preoccupazioni per la salute di Rahmatullah (attualmente in ospedale) e per il suo ritorno in ambienti nei quali sono state diffuse false accuse contro di lui. È a questo punto soddisfatta una condizione irrinunciabile perché Emergency accerti la possibilità di un riavvio delle sue attività in Afganistan, dopo la distruzione dei rapporti perseguita dalle autorità locali in questi mesi".

venerdì 15 giugno 2007

Non dimentichiamoci di Hanefi

Rahmatullah Hanefi è ancora prigioniero. Oltre a continuare la raccolta di firme ad opera de La Repubblica per chiedere la sua liberazione, alla quale vi avevo già invitato a partecipare, personaggi del mondo della cultura e dell'informazione hanno sottoscritto una lettera. Questa è stata inviata giovedì 31 maggio al Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, al Presidente del consiglio, Romano Prodi, e al Ministro degli esteri, Massimo D'Alema. Ecco il testo dell'appello che potete trovare sul sito di Emergency:
"La Costituzione afgana stabilisce che l'arrestato ha diritto a un difensore, ad essere informato dell'accusa mossagli e ad essere portato davanti al giudice nei limiti stabiliti dalla legge.Il codice di procedura penale stabilisce che l'arrestato deve essere interrogato in termini assai brevi, e liberato se non è formalmente accusato davanti al giudice entro, al massimo, trenta giorni.Il procuratore generale dello Stato afgano, Abdul Jabar Sabet, ha dichiarato al Corriere della Sera che "Nessuno può essere arrestato senza accusa. E il fermo di polizia termina al massimo dopo 72 ore. Chiunque ha diritto ad un avvocato, subito dopo l'arresto. In presenza di un avvocato il fermo può essere prolungato di 15 giorni e raddoppiato sino a 30 per concedere il tempo di conclusione delle indagini. Ma, se per allora non è stata notificata un'accusa precisa alla procura, il prigioniero va comunque rilasciato", aggiungendo però che, per via della guerra, per combattere terroristi e talebani "in parallelo alle procedure normali esistono delle leggi segrete per combattere chi attenta alla sicurezza dello Stato"; leggi che aggiunge di non conoscere nemmeno lui: "Non so come, in quali circostanze e quando vengano applicate. Posso dire che Hanefi non rappresenta un caso isolato".
Il prolungarsi della detenzione di Rahmatullah Hanefi, in spregio ai diritti universali e alla più elementare dignità umana, avviene in palese violazione della Costituzione afgana. Questa esiziale ferita inferta alle norme giuridiche pretende legittimità sulla base di fantomatiche leggi segrete ignote persino alla più alta autorità dell'organo del pubblico ministero afgano. Come nei più tetri sistemi totalitari si stanno perpetrando clamorose violazioni dei principi di legge.La decisione di arrestare il funzionario di Emergency nelle ultime settimane è stata concertata con un'aggressione all'organizzazione umanitaria costretta a prendere la dolorosa decisione di abbandonare l'Afganistan non potendo più garantire la sicurezza del proprio personale e quindi la salute e la vita dei pazienti.L'attuale sistema giuridico afgano è stato costruito con la collaborazione e l'importante sostegno finanziario per cinquanta milioni di dollari dell'Italia.
È questa la democrazia che contribuiamo ad esportare?
È per questo che siamo da sei anni in Afganistan?
È per consentire la perversione della giustizia che spendiamo i soldi dei nostri cittadini?
Chiediamo con forza l'immediata liberazione di Rahmatullah Hanefi, affermiamo che in queste condizioni l'idea stessa dell'istruzione di un processo sarebbe una tragica truffa.
Chiediamo che l'Afganistan ristabilisca immediatamente il rispetto delle sue stesse leggi.
Chiediamo che l'Italia, per non tradire lo sforzo compiuto per la creazione di quelle leggi, chieda con forza l'immediata liberazione di Hanefi, sequestrato per avere svolto la funzione di mediatore nell'interesse del governo italiano.
Chiediamo che Emergency possa riprendere subito la sua attività portatrice di vita e di giustizia, come ambasciatrice del meglio della cultura e dello spirito del nostro paese".

giovedì 14 giugno 2007

Esploratore che fu deportato perchè tirava la cacca...

Immaginiamo che una professoressa delle medie affidi ad uno studente dellla propria classe il compito di stendere una realzione su Cristoforo Colombo. Il ragazzino del terzo millennio cosa fa? Cerca la voce "Cristoforo Colombo" su internet affidandosi alla solita, cara ed affidabile Wikipedia. Copia, incolla, ed il lavoro è fatto. Immaginiamo però che alla nostra proffa la relazione non piaccia molto. Anzi, che non piaccia per niente. Non sufficiente e mega-sgridata per l'alunno. Come mai? Leggiamo l'inizio del "capolavoro": "Cristoforo Colombo nasce a New York nel 1401. Da piccolo venne deportato in Italia da una piccola tribù di indiani locali poiché aveva tirato un vaso di cacca in faccia al capo tribù". Come?! La ragione del votaccio del nostro ragazzo? Semplice: lo studente credeva di aver consultato la "solita" Wikipedia, ma in realtà, nonostante lo stile e la struttura, il sito da cui ha tratto le informazioni è Nonciclopedia. Effettivamente, al di là dell'esempio poco verosimile, molti non sanno dell'esistenza di questo sito che, come la "Wiki", è un'enciclopedia online, disponibile in varie lingue e modificabile da chiunque. Il problema è che questa enciclopedia non è altro che una parodia di Wikipedia, ricca di satira ed irrazionalità. Nonciclopedia, nata nel 2006, conta oltre 2800 articoli in "itagliano". Secondo gli autori, l'amministratore del sito è Chuck Norris, al quale è dedicato ampio spazio. Questa non-enciclopedia funziona esattamente come Wikipedia, ma i toni sono "un po'" diversi. Ad esempio di Mussolini si afferma che "purtroppo tutta la sua infinita intelligenza risiedeva nel suo organo riproduttivo. Tolto quello, addio intelletto. Ora vive in un isola deserta con Elvis Presley, Hitler (suo compagno di giochi d'infanzia), Moana Pozzi e Jimi Hendrix". Del presidente del consiglio Prodi si dice invece che sia "nato a Rakata, ai piedi del monte Krakatoa, il 27 agosto 1864, nel pieno del tristemente famoso crash Internet, è l'ottantaduesimo dei sei figli di Ronald Mc Donalds e di cettina suino". Insomma, una è un'enciclopedia on line seria ed utilissima. L'altra è una divertente non-enciclopedia. L'importante è saper usare sempre quella giusta, al momento giusto.

mercoledì 13 giugno 2007

Il lavoro degli innocenti

Ieri i lettori di questo blog hanno fatto una bella ricarica di ottimismo grazie al post dedicato alle notizie positive sul fronte abolizione pena di morte. O almeno lo spero. Oggi purtroppo non sarà così. Quella di ieri era la Giornata Internazionale contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Spesso accade che ricorrenze di questo tipo diventino anche l'occasione per "dare i numeri". E i numeri che riguardano i bambini lavoratori sono pessimi. Nel mondo si stimano oltre 200 milioni di minori lavoratori, più della metà impegnati in occupazioni pericolose. Asia, Africa e Sud America i paesi dove il problema è più grave. Ma anche l'Italia non scherza. Anzi: nel Bel Paese, come in altri stati ricchi, i bambini che lavorano sono diverse centinaia di migliaia. I più "fortunati" si impegnano per aiutare le loro povere famiglie. Ad altri va molto peggio, diventano dei veri e propri schiavi che tra prostituzione ed attività illegali crescono nel modo più terribile possibile. Immigrati che cercano fortuna nella ricca Europa, ma che trovano soltanto questa schifosa schiavitù. L'Unicef dice che sono ben sei milioni sparsi per tutto il mondo, compreso il nostro paese. Alla base del lavoro minorile c'è in particolare la mancanza di istruzione e, ovviamente, la povertà. Li vediamo quasi tutti i giorni questi ragazzini che vogliono lavarci il vetro dell'auto o che suonano il violino sulla metro per qualche moneta. Molti bambini agiscono nell'ambito agricolo (settore pericoloso, soprattutto per via dei pesticidi), e proprio a questa categoria è stata dedicata la Giornata Internazionale contro questo fenomeno di ieri. La Fao e diverse associazioni agricole studieranno programmi per sensibilizzare l'opinione pubblica a riguardo e soprattutto per combattere questo drammatico fenomeno. Noi, colpiti ed impotenti, non possiamo che sperare di cuore che ci riescano. Perchè pensare a così tanti bambini che anzichè crescere con soldatini, videogiochi o pupazzi, "giocano" con picconi e pale, fa davvero davvero male.

martedì 12 giugno 2007

Un passo verso una conquista storica

Il Ruanda esce dall’elenco dei paesi che ricorrono ancora alla pena capitale. Il parlamento dello stato africano ha deciso sabato scorso di abolire l’utilizzo della pena di morte. La notizia ha riempito di soddisfazione Sergio D'Elia ed Elisabetta Zamparutti, due dirigenti di Nessuno Tocchi Caino, lega internazionale che lotta contro le esecuzioni capitali dal 1993. In un comunicato, i due hanno sottolineato come la decisione presa dal Ruanda assuma un significato politico e simbolico potentissimo “perché avviene in un paese che nella sua storia recente ha conosciuto le più gravi violazioni al diritto umanitario internazionale: genocidi, mutilazioni e stupri di massa, esecuzioni sommarie, deportazioni”. Nonostante tutti questi crimini atroci, il Ruanda ha deciso che chi dovrà pagare come sacrosanto pagherà, ma non con la vita. E’ un atto di civiltà importantissimo che permette a Nessuno Tocchi Caino di continuare la propria battaglia con ancor più convinzione di raggiungere l’obiettivo: la moratoria universale delle esecuzioni capitali. L’associazione chiede a proposito che il governo depositi subito la Risoluzione pro moratoria alla Assemblea Generale dell’Onu in corso. La scelta storica del Ruanda, unita al fatto che il 58% dei cittadini americani sono favorevoli a questa moratoria, consente di essere ottimisti. E allora vi invito, come ho già fatto nel post del 10 febbraio NO alla pena di morte, ad andare su http://www.nessunotocchicaino.it/ e sottoscrivere subito l’appello al governo italiano. Dal sito si chiede a tutti “di sostenere in queste ore l'obiettivo che potrebbe regalare al mondo una conquista storica, umana e civile”. Volete forse non collaborare a quello che sarebbe uno dei trionfi più importanti della nostra storia?

(Risultato ultimo sondaggio: "Qual è il PEGGIORE tra i seguenti telegiornali italiani?" Il 33% dei votanti ha risposto il TG4 e Studio Aperto. Seguono TG1 e TG5 (17%) e TG2, TG3, TGLa7 (0%).

lunedì 11 giugno 2007

LUnedìVIdeo - Una freddura agghiacciante

Avete presente quelle volte in cui raccontate una barzelletta e non ride nessuno? Ma proprio proprio nessuno?Quelle volte in cui cominciate a raccontarla belli sorridenti pregustando già le risate del vostro pubblico, per poi ritrovarvi imbarazzati e muti? Ecco, questa è una di quelle volte. Protagonista un gran barzellettiere in serata no.

domenica 10 giugno 2007

Hamilton li fa tutti neri

Alla faccia dell'esordiente, alla faccia della pista sconosciuta, alla faccia del compagno bi-titolato, Lewis Hamilton vince il Gran Premio del Canada. In una gara caratterizzata da incidenti, errori, Safety car e squalifiche, l'anglocaraibico non commette neanche una sbavatura e domina dal via alla bandiera a scacchi. La trasferta canadese si chiude con un Hamilton che sul primo podio alto della breve carriera sfoggia un sorriso ancor più lucente del solito, mentre il compagno Alonso chiude con il morale "più nero" di Lewis. Troppi, troppi errori per lo spagnolo. A cominciare dalla partenza quando, forse nervoso a causa della pole ottenuta da Hamilton, arriva lungo alla prima staccata compromettendo subito la sua domenica. Ma non sarà l'unico errore di Fernando. Oltre ad un paio di scampagnate sull'erba di Montreal, a complicare non poco il suo G.P. ci si mette anche il team, che lo richiama ai box quando la Safety car è da poco uscita. Il nuovo regolamento lo vieta ed Alonso "si becca" dieci secondi di penalità. La rimonta del campione del mondo in carica è grintosa, fino all'errore commesso nell'attacco a Trulli che vanifica il suo sforzo. Nel finale arriva un ulteriore smacco: mentre Lewis vola verso il trionfo, Alonso viene clamorosamente sorpassato dalla Super Aguri di Sato che relega il pilota McLaren in settima posizione. Capitolo Ferrari. Un capitolo ancor "più nero" del morale di Alonso. Nero come la bandiera sventolata in faccia a Massa per essere uscito (come Fisichella) dalla pit line con il semaforo rosso. Un errore molto grave: grave perchè Felipe avrebbe dovuto guardare il semaforo e, essendo rosso, fermarsi, come insegnano a scuola guida. Grave perchè il team, seppur in un momento molto concitato, avrebbe dovuto avvisare Massa. A causa di questa squalifica il brasiliano perde la possibilità di portare a casa un sicuro podio. Per quanto riguarda Raikkonen, nei tifosi della rossa comincia a sorgere il dubbio che quello che guida la vettura numero 6 non sia il pilota che tanto bene aveva fatto in McLaren. Il finlandese pare proprio non avere feeling con la Ferrari: dopo il disastro di Montecarlo, conclude la gara con un deludentissimo quinto posto. Il divario di prestazioni tra frecce d'argento e rosse è ormai evidente, così come il distacco in classifica: Hamilton e Alonso sono rispettivamente a quota 48 e 40 punti, mentre Massa e Raikkonen seguono a soli 33 e 27 lunghezze. Nel mondiale costruttori la scuderia di Ron Dennis ha invece ben 28 punti di vantaggio sui rivali di Maranello. E meno male che il Canada era un circuito favorevole alla Ferrari. Domenica prossima, negli States, per la scuderia italiana si può già cominciare a parlare di ultima spiaggia. Un discorso a parte meritano gli incidenti di questo G.P. . Quella di Montreal è una bella pista, ma la mancanza di vie di fuga impone l'ingresso della Safety car ogni qualvolta un pilota vada a sbattere. E sfortunatamente questo rende lo "show" alquanto soporifero. Purtroppo non ci sono soluzioni a riguardo. Chiusura con il botto, nello specifico quello di Kubica (foto): tremendo, violentissimo, spaventoso. Ha davvero fatto temere il peggio. Ed invece solo tanta paura ed una probabile frattura ad un piede. Fortunatamente abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione dei progressi fatti in Formula 1 in questo senso. Sia lodata la sicurezza delle vetture. Sempre sia lodata.

sabato 9 giugno 2007

Una schifezza inaccettabile

Ecco un appello di EPolis, giornale gratuito distribuito in 15 città italiane:
"Il 23 giugno si celebrerà il “Boy love day”, la giornata dei pedofili.Un’iniziativa internazionale promossa da diverse associazioni che dialogano attraverso siti internet con lo scopo di diffondere la “cultura della pedofilia” e solidarizzare con i violentatori di bambini in carcere. Nei siti, oltre agli appelli per “accendere una candela azzurra”, compaiono foto di minori semi-nudi e chiari inviti al sesso libero tra adulti e adolescenti. Di fronte ad un tale scempio, ci appelliamo all’Unione Europea, all’Unicef e a tutte le istituzioni affinchè il “Boy love day” non si celebri e affinchè vengano oscurati tutti i siti Internet dove si sta propagando questa iniziativa.Occorre reagire con forza e sostenere questa battaglia di civiltà per la tutela dei nostri figli e dei bambinidi tutto il mondo dall’orrore degli abusi e delle violenze".
Per sostenere l'iniziativa clicca qui
Sarebbe positivo se i blogger che leggono questo post facessero girare la voce con i propri siti, come ha suggerito l'amica Ross.
Per firmare la petizione ci vuole pochissimo tempo. Per farsi passare la sensazione di tremendo disgusto che il Boy love day provoca, ne occorre molto, molto di più.

venerdì 8 giugno 2007

Si può fare di più

Il G8 si è chiuso. Cala il sipario sul summit dei "magnifici otto" che, riunitisi a Heiligedamm, hanno discusso come ogni anno sulle questioni internazionali più importanti. L'esito dell'incontro non appare però pienamente soffisfacente. Il problema del surriscaldamento globale era, per definizione, uno dei temi più caldi della settimana. Innanzi ai ripetuti allarmi lanciati dagli scienziati di tutto il mondo,e considerati i rischi a cui la Terra potrebbe andare incontro, era comprensibile aspettarsi che il Gruppo degli otto prendesse decisioni chiare e ponesse dei limiti estremamente rigidi alle emissioni di anidride carbonica. Ed invece no. I capi di stato riconoscono la gravità del problema e si impegnano ad agire di conseguenza, ma di numeri e obiettivi non se ne parla. Tutti i paesi, eccetto U.S.A. e Russia, si sono detti d'accordo di ridurre della metà i gas serra entro il 2050 rispetto ai livelli attuali. I due "oppositori" prenderanno in considerazione la proposta, ma per ora non ci sono target e non ci sono limiti vincolanti, alla faccia dei vari allarmi che abbiamo sentito e che sentiremo ancora. Altro tasto dolente è quello del commercio internazionale. Semplicemente, sulla questione che ha chiuso il summit non sono stati trovati accordi. Le cose vanno un pochino ("molto pochino") meglio per quanto riguarda gli aiuti all'Africa. Gli otto paesi stanzieranno 60 miliardi di euro (di cui 30 saranno versati dai soli Stati Uniti), per combattere Aids, malaria e tubercolosi. Ma il programma stabilito non è per niente piaciuto a Bono e Bob Geldof, sempre attenti ai problemi del paese più povero del mondo. I due cantanti hanno sottolineato come non sia per nulla chiaro in che modo saranno stanziati questi aiuti, e su come sia altrettanto oscuro il testo del comunicato finale, dove il leader degli U2 ha riscontrato la mancanza di un linguaggio e di cifre verificabili. Negativo anche il parere dell'Oxfam e di altre associazioni, che lamentano la mancanza di chiarezza degli otto potenti e le promesse fatte in passato non ancora rispettate. Facendo un piccolo sforzo di ottimismo, si potrebbe indicare come un risultato positivo lo stemperamento della tensione tra Russia e Stati Uniti per quanto concerne lo scudo spaziale. Purtroppo però, io non sono mai stato un grande ottimista.

mercoledì 6 giugno 2007

La sgridata di Bono

"L'Italia fa troppo poco". Bono Vox, leader degli U2, tira le orecchie a Prodi e compagni. Il cantante irlandese, intervistato da La Repubblica, definisce il nostro paese un "inadempiente seriale". Nonostante le promesse, il contributo dell'Italia per gli aiuti allo sviluppo dell'Africa è minimo, i versamenti per il Fondo Anti-Aids inesistenti. Le autorità italiane sostengono che dai calcoli del 2006, nell'ultimo biennio sono stati versati più soldi che in precedenza, ma Bono non è affatto d'accordo. Per quanto riguarda invece gli aiuti volti a combattere l'HIV, c'è poco da obiettare: la promessa di Padoa Schioppa di versare i denari per il Fondo Anti-Aids non è stata mantenuta. Già qualche settimana fa Bono, incontrando il presidente della Commissione europea Barroso, si era detto preoccupato del comportamento del nostro paese, che, insieme alla Francia, deve essere sollecitato a fare di più. Il cantante sostiene che se gli impegni non vengono rispettati "sfuma la fiducia della gente nel processo politico". Bono sottolinea che l'Italia è l'unico stato ad aver ridotto gli aiuti umanitari per l'Africa. E conclude dicendo: " un conto è infrangere una promessa con i propri cittadini, un altro è farlo con i più poveri del mondo; non è accettabile". In effetti no, non è davvero accettabile.

(Risulati ultimo sondaggio: "Qual è il miglior telegionale italiano?" Il 40% dei votanti ha risposto TG3. Seguono TGLa7 (30%), TG1,TG4 e TG5 (10%), TG2 e Studio Aperto (0%) ).

lunedì 4 giugno 2007

LUnedìVIdeo - Sgarbi quotidiani

Il rapporto di amore ed odio che intercorre fra il Trio Medusa e Vittorio Sgarbi è celeberrimo. In questo video ecco un "best of" che raccoglie alcuni, ma non certo tutti, degli incontri ravvicinati delle tre Iene con il critico-politico-polemista. (Se qualcuno trova fastidioso ascoltare un linguaggio molto volgare, non guardi questo filmato, arricchito da Sgarbi di preziosi francesismi).

sabato 2 giugno 2007

Un pesce d'aprile ritardatario

Un colpo di scena con la "c" maiuscola. Il Big Donor Show, il reality olandese nel quale una malata terminale avrebbe dovuto donare un rene scegliendo fra tre dializzati, era tutto una montatura. O meglio, era un metodo estremo per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della donazione di organi. La presunta donatrice era in realtà un'attrice, ed i tre concorrenti, realmente bisognosi di un rene, avevano accettato di partecitare allo "scherzo". L'idea del finto reality show è venuta ai produttori Endemol per attirare l'attenzione di tutti su questo importante problema. Effettivamente, visto il clamore che un trapianto in diretta tv avrebbe suscitato, lo stratagemme avrebbe prevedibilemte scatenato polemiche e discussioni anche al di fuori dell'Olanda. E così è stato.E sebbene la burla possa essere giudicata di cattivo gusto, l'intento dei produttori è certamente nobile. Nel nostro continente il numero di donatori è bassissimo, mentre sono molto numerosi i bisognosi di trapianti (40 mila in tutta Europa). Molti di questi muoino con il loro nome ancora in lista d'attesa. Per questo motivo è nato Il Grande Donatore, versione nobile di Scherzi a Parte, andato in onda a cinque anni dalla morte del fondatore del network, scomparso dopo la vana attesa di un trapianto duranta ben sette anni. Le luci dello studio del falso reality si sono ormai spente. Grazie al programma, in molti sono venuti a conoscienza dell'attuale, negativissima situazione della donazione di organi. Nella speranza che il clamore suscitato serva a sensibilizzare gli spettatori di tutta l'Europa ed a cominciare a migliorare le cose. Mercoledì scorso concludevo il post scrivendo: "informare su questo problema è sicuramente fondamentale, ma farlo tramite una donna in punto di morte che sceglie tra tre malati il "più valido", non mi sembra certo il modo più corretto". Invece, informare tramite quello che si è rivelato un finto reality, forse è stata una grande idea.

venerdì 1 giugno 2007

Alla facciazza "loro"

Ci avevano provato ancora a boicottare la "fatidica" puntata di AnnoZero dedicata al documentario della Bbc sui preti pedofili. Durante il Consiglio di amministrazione di mercoledì, il Polo ha cercato di applicare una censura preventiva alla trasmissione di Santoro. Fortunatamente non c'è riuscito, e ieri sera la trasmissione è andata regolarmente in onda. Ed è stata una puntata nella quale non si è riscontrato nulla di oltraggioso, nè nulla di scandaloso. Santoro, prima di trasmetterlo, si è preoccupato più volte di sottolineare che il contenuto del documentario era pittosto forte, in modo tale che i genitori potessero regolarsi secondo coscienza con i propri figli. Finito il servizio, si è tenuto il dibattito. Mons. Fisichella ha potuto così chiarire alcuni punti salienti, precisando che la ormai celebre Crimen Sollicitationis non è un documento segreto e che soprattutto non è uno strumento della Chiesa per nascondere i preti pedofili. Come si usa fare in un paese democratico, libero e civile, Fisichella ha potuto parlare faccia a faccia con l'autore dell'inchiesta, Colm O'Gorman. I due hanno espresso le loro opinioni, scontrandosi, come era inevitabile. Ciò che voglio sottolineare non è quello che si è detto durante il dibattito, bensì che fortunatamente ci sia stato questo dibattito, sebbene fino all'ultimo "qualcuno" abbia tentato di impedirlo. L'intento di molti tra coloro che desideravano bloccare la trasmissione era di evitare che si infangasse l'immagine della Chiesa. Ebbene, se non avessero realizzato la puntata, gli italiani che avevano visto il documentario su internet o che avevano letto articoli a riguardo, probabilemente non avrebbero mai capito che una vittima che denuncia alle autorità civili un prete pedofilo, non incappa nella scomunica. Poichè in effetti, come è trasparso anche dalla trasmissione, questo punto non era chiaro. Mons. Fisichella ha potuto sanare i dubbi proprio grazie al dibattito. Grazie alla libertà d'informazione. Grazie alla democrazia. Alla facciazza di tutti i censuratori bigotti.

mercoledì 30 maggio 2007

Il fine giustifica i mezzi?

Dal Grande Fratello al Grande Donatore. Sempre di reality show si tratta, ed è sempre la Endemol a produrlo. Il Big Donor Show dovrebbe andare in onda in Olanda venerdì. Il format prevede che una donna 37enne malata terminale di cancro al cervello, scelga tra tre concorrenti bisognosi di un trapianto di rene, quello a cui donare il proprio organo. Il fine della trasmissione è quello di informare l'opinione pubblica olandese riguardo la questione della donazione di organi. In Olanda per poter ricevere un rene occorre attendere oltre quattro anni, e le vittime causate dalla mancanza di organi sono molto numerose. Per questo nasce il Big Donor Show, ma siamo sicuri che trasformare un problema così serio e drammatico in un reality sia la soluzione migliore? La donatrice sceglierà il vincitore del rene dopo aver parlato con i concorrenti e con i loro familiari. E i due esclusi? Come si sentiranno? Anche il pubblico potrà indicare la propria preferenza tramite SMS. E' normale che gli spettatori inviino messaggini per far sapere chi a loro parere merita un trapianto e chi no? Certamente grazie al programma la questione della donazione degli organi è ora alla ribalta prima ancora che questo vada in onda. Ma è vero anche che trasmettere le immagini di una donna che sta per morire che sceglie chi aiutare fra tre poveri concorrenti, significa vomitare sull'etica e sul buon gusto. Della stessa opinione è il Direttore dell'istituto per reni, che a differenza di altri che, scandalizzati, vorrebbero cancellare il programma, si dichiara felice, poichè si attira l'attenzione sull'argomento, ma storce il naso innanzi alle modalità. Sarebbe forse più opportuno sottolineare la carenza di organi da donare parlandone diffusamente durante i principali notiziari. Sarebbe forse meglio dedicare al problema programmi di approfondimento in prima serata. La "scandalosità" del reality certamente ha il vantaggio di attirare molto l'attenzione del pubblico; ma se proprio occore fare scandalo per interessare gli spettatori, si potrebbero mandare in onda testimonianze toccanti capaci di far riflettere gli ascoltatori sull'importantissima questione. Informare su questo problema è sicuramente fondamentale, ma farlo tramite una donna in punto di morte che sceglie tra tre malati il "più valido", non mi sembra certo il modo più corretto.

(Risultato ultimo sondaggio: "Ritieni che sarebbe opportuno che la Rai trasmettesse il documentario della Bbc sui preti pedofili?" Il 100% dei votanti ha risposto "Si", lo 0% ha risposto "No").